La Nuova Sardegna

Docenti di ruolo senza cattedra utilizzati come “tappabuchi” in Sardegna

di Silvia Sanna
Docenti di ruolo senza cattedra utilizzati come “tappabuchi” in Sardegna

Caos nelle assegnazioni degli ex precari, 1474 assunti per potenziare l’offerta formativa degli istituti Solo pochi fanno lezione quando il titolare non c’è, molti lavorano a progetti e iniziative didattiche

11 dicembre 2015
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SASSARI. «Benvenuto. Lei cosa sa fare?» Mai avrebbe immaginato che dopo anni vissuti a sudare sui libri, altrettanti trascorsi a racimolare supplenze, il suo primo giorno di lavoro da assunto a tempo indeterminato sarebbe iniziato con un test attitudinale. Ma lui, prof di diritto catapultato in una scuola elementare, per il dirigente è una specie di alieno al quale, in qualche modo, bisogna assegnare un ruolo. È un ex precario stabilizzato dalla Buona scuola, la legge del governo Renzi che ha portato all’assunzione di oltre 48mila insegnanti in Italia, di cui 1474 nell’isola. Ma il problema del prof di diritto è la fascia: lui e gli altri 1473 rientrano in quella C, che purtroppo per loro non significa “cattedra”. Sono classificati come potenziamenti, figure aggiuntive di cui le scuole hanno bisogno per rimpolpare organici striminziti e realizzare progetti. Al momento, però, la stragrande maggioranza è parcheggiata in sala professori e utilizzata come tappabuchi.

La giornata. Il prof di diritto fresco di assunzione arriva puntuale nella scuola alla quale è stato assegnato. Il primo giorno ha fatto il test attitudinale e i dirigenti dell’istituto hanno scoperto che nel tempo lasciato libero dagli studi di Legge ha svolto attività nel sociale. Ecco allora l’idea: «Mi hanno proposto di curare un progetto sul bullismo – racconta – perché il fenomeno inizia a diffondersi in maniera preoccupante già tra i bambini della scuola elementare». Ma cosa c’entra con il diritto? «Nulla. Ma qui ovviamente non posso insegnare. Sono abilitato per le scuole superiori ma sono stato assegnato a un istituto comprensivo, materna, elementari e medie. Non so perché. So però che non posso fare supplenze neanche di mezza giornata. Se un docente si ammala io non posso sostituirlo. Perché non ho l’abilitazione per insegnare ai bambini delle elementari, posso stare in classe solo in compresenza e collaborare nella cura dei progetti, come quello sul bullismo».

Posto fisso=parcheggio. Il prof di diritto è in buona compagnia. Nelle assegnazioni dei docenti-potenziamenti il Ministero ha fatto di testa sua. Le richieste delle scuole, che sollecitavano determinate figure e determinate specializzazioni sulla base delle esigenze specifiche e dei progetti che si volevano realizzare, sono finite all’interno di una grande lotteria. E l’estrazione è stata casuale, perché era necessario garantire un posto a tutti ma non c’erano le figure sufficienti per soddisfare le richieste. Così, oltre al prof di diritto alle elementari, ecco quello di Economia aziendale al liceo Classico. O quello di latino e greco al tecnico Industriale. Un caos annunciato, in Sardegna come nel resto dell’Italia, al quale si sta cercando lentamente di mettere ordine. Ma che lascia perplessi. Perché la larga maggioranza dei docenti immessi in ruolo a novembre ha conquistato il posto fisso ma anche lo status poco nobile di rimpiazzo occasionale.

L’imbarazzo. È reciproco, racconta il professore di diritto assegnato alle elementari: «Lo leggo negli occhi dei dirigenti e lo percepisco nelle loro parole, quando cercano di farmi fare qualcosa. E lo provo anche io. Perché mi sento, e lo sono, fuori posto. Come me tanti altri colleghi: dopo un lungo precariato finalmente siamo stati stabilizzati. La legge della Buona scuola – spiega – ci ha dato un posto fisso che si traduce in uno stipendio sicuro, nella possibilità di fare progetti, magari comprare casa e mettere su famiglia. Ma di fatto non stiamo svolgendo il nostro lavoro. Perché il sistema non era pronto ad accoglierci. Siamo a disposizione, siamo considerati risorse ma non sanno come utilizzarci». Umiliante? Forse un po’, ma pazienza. E dopo il progetto sul bullismo? «Qualcosa verrà fuori, dopo tanta gavetta nessuno ha voglia di fare tappezzeria».

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