La Nuova Sardegna

La promessa di Onorato: «Giù il prezzo dei biglietti Moby»

La promessa di Onorato: «Giù il prezzo dei biglietti Moby»

L’armatore promette di abbassare le tariffe e annuncia che per ora non quoterà in borsa le due compagnie

08 dicembre 2015
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SASSARI. La Mobyrrenia non nascerà mai. Non ha dubbi Vincenzo Onorato, il re dei mari sardi. L’armatore per ora non ha intenzione di avviare una fusione tra le due compagnie Moby e Tirrenia. Anche perché l’operazione che lo ha portato al controllo delle due società di navigazione è sotto la lente di ingrandimento dell’Antitrust.

Fino a oggi Onorato ha preferito viaggiare in immersione, senza nessuna forma di pubblicità. Dopo aver portato a casa il controllo di entrambe le compagnie non ha rilasciato dichiarazioni. Ma con il Corriere economia il nuovo signore dei mari traccia la rotta delle due società.

Giù i biglietti. Onorato promette che il costo dei biglietti di Moby sarà ritoccato verso il basso. Per Tirrenia il discorso sarbbe più complesso, perché il prezzo sarebbe legato alla Convenzione che impone gli oneri di servizio e il costo dei biglietti. «Tutto è regolamentato dallo Stato all’interno di un range – spiega – e l’adeguamento è stabilito da una convenzione sulla base del costo del carburante. Solo tre rotte: Civitavecchia-Olbia, Porto Torres-Genova e Napoli-Palermo, nei mesi estivi sono fuori convenzione».

No fusione. Onorato garantisce che la sinergia tra Moby e Tirrenia vale 30 milioni di euro di risparmi. Le due società insieme valgono 600 milioni di euro di fatturato.

Più navi. L’armatore annuncia anche l’ingresso di due nuove navi per Moby e un incremento delle rotte. La crisi dei paesi Nordafricani secondo i calcoli della compagnia dovrebbe portare una crescita del turismo nell’isola. E anche sul settore merci è previsto un incremento della capacità di trasporto.

No Borsa. Onorato esclude anche che le società vengano quotate in borsa. «All’Ipo non ci pensiamo». Per ora le due compagnie hanno 70 navi e 4mila dipendenti, tutti italiani. Anche per questo Onorato è in rotta di collisione contro Confitarma. La Confederazione degli armatori ha deciso di estendere gli sgravi fiscali, prima riservati solo a chi aveva bandiera ed equipaggio italiano, anche a chi imbarca extracomunitari.

E per questo l’armatore campano ha deciso di lasciare Confitarma, proprio in contestazione con questa scelta. (l.roj)

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