La Nuova Sardegna

Oggi l’incontro verità tra i sindaci e la Giunta

di Roberto Petretto

Vertice tra Regione, Anci e Cal per discutere di cambiamenti alla legge di riforma Si chiede la fine del centralismo e una apertura sui poteri delle Unioni di Comuni

02 dicembre 2015
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INVIATO A ABBASANTA. Piersandro Scano, presidente regionale dell’Anci, ha dovuto sfoderare tutte le sue capacità diplomatiche e di mediazione per incanalare, in una proposta accettabile da tutti, i malumori contro la nuova legge sul riordino degli Enti locali, manifestati durante l’assemblea dei sindaci sardi, riunita ieri a Abbasanta. Sforzo di mediazione che troverà un banco di prova già oggi: la delegazione dell’Anci e del Consiglio delle autonomie locali sarà ricevuta a mezzogiorno dal presidente Pigliaru e dall’assessore Erriu.

La riforma ai sindaci non piace, ma su come manifestare questa contrarietà e, soprattutto, su come arrivare a una modifica della legge, le opinioni sono diverse. L’assemblea di Abbasanta, alla fine, ha trovato una sintesi difficile. Si va al confronto con la Regione per portare avanti una serie di rivendicazioni che erano state sintetizzate da Piersandro Scano nella relazione introduttiva: «Siamo in grado di fare sintesi unitaria. Ci sono opinioni diverse sulla città metropolitana, ma possiamo fare una proposta».

Sintesi sì, ma nessuna richiesta di rinvio: i tempi sono stretti e tassativi. Altrimenti c’è un rischio concreto: «Non abbiamo tempo - ha ammonito Scano -. Qualche provincia già è in ritardo con il pagamento degli stipendi ai dipendenti. C’è stata una piccola proroga rispetto alla scadenza del 30 novembre, ma ora il costo di quei servizi ricadrà sulla Regione. E la Regione dove cercherà i 50 milioni necessari? Nel fondo unico». E quindi nei soldi destinati ai piccoli e medi Comuni. «Dal primo gennaio i dipendenti delle Province dovranno essere pagati con fondi dei Comuni».

Quindi la legge si deve fare: i sindaci chiederanno alcune modifiche: «Diciamo subito no a centralismo regionale - ha proposto il presidente dell’Anci -, no a un polo di concentrazione. Inoltre: le Unioni dei Comuni partono subito mentre per le Aree vaste chiederemo il tempo per costruire i dettagli partendo dal basso».

A alcuni sindaci è sembrata un proposta di basso profilo. Molto critico il sindaco di Olbia, Gianni Giovannelli: «Ci stanno mettendo fretta per evitare il baratro. Ma nel baratro i nostri territori ci stanno finendo comunque. Via le Province, via il tribunale, via l’Autorità portuale. Vogliono fare il sacco del territorio?».

Uno stop «per arrivare a un confronto che metta mano alle cose che non vanno» è stato chiesto dal sindaco di Padru, Antonio Satta. Severo anche il giudizio del sindaco di Ortacesus, Fabrizio Mereu, che ha parlato di questa legge come di «un crimine».

Quasi tutti hanno però riconosciuto al presidente Scano lo sforzo del tentativo di mediazione, così come tutti hanno condannato l’atteggiamento poco conciliante della Giunta regionale: «Non va bene trovarsi di fronte a un aut aut», ha detto Omar Hassan, sindaco di Modolo. «Troviamo un momento di discussione seria, senza ultimatum», ha auspicato Nicola Sanna, sindaco di Sassari.

Alla fine la linea del dialogo ha prevalso. Anche perché, come ha detto con prudenza («devo stare attento alle parole che uso, c’è la stampa») Piersandro Scano nell’intervento conclusivo, «il Consiglio regionale funziona con un meccanismo che è stato descritto molto bene durante il dibattito». Ovvero, se il Consiglio regionale dovesse essere messo a scegliere tra l’approvazione della legge e lo scioglimento anticipato, non avrebbe dubbi: la legge passerebbe. E passerebbe senza neppure le modifiche minime chieste dai sindaci.

Ma l’assemblea di ieri e la soluzione di mediazione non sono state costruite sull’improvvisazione. C’è stato un lavoro diplomatico che dovrebbe trovare sviluppi positivi nei prossimi giorni. Sarà comunque un primo passo: l’assemblea dell’Anci e del Consiglio delle autonomie locali è “aperta” e verrà riconvocata per discutere i risultati dell’incontro con gli amministratori regionali.

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