La Nuova Sardegna

Il sindaco: la preside ha sbagliato

Il sindaco: la preside ha sbagliato

L’assessore Firino: contrapposizione inutile. Cappellacci: intervenga il ministro

01 dicembre 2015
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SASSARI. «Sono sorpreso e non condivido affatto la scelta del consiglio dei docenti della scuola primaria di San Donato di dire no alla visita pastorale dell'arcivescovo turritano»: commenta così il sindaco Nicola Sanna, perché «è un istituto che, con la grande presenza di bambini di varie nazionalità, ha dimostrato di essere un esempio di integrazione. E se integrazione vuol dire rispetto e ricerca della conoscenza del prossimo, con questo gesto a me sembra si faccia un passo nella direzione contraria». Polemiche che non hanno ragione di esistere, invece, per l’assessore regionale alla Pubblica istruzione, Claudia Firino. «Il fatto non sussiste – taglia corto l’esponente della giunta Pigliaru –. Ho parlato con la dirigente, che già conoscevo perché la sua è una scuola che ha dato vita a una bella esperienza di multiculturalità, e mi sono resa conto che si tratta di un problema di tipo meramente organizzativo. Forse si è voluta fare una polemica per assimilare Sassari ad altri casi nazionali, ma così si fa solo del male. Ma, alla luce di quello che sta avvenendo nel mondo, questo è un momento in cui dobbiamo essere tutti più lucidi, più seri. Abbiamo tutti una grande responsabilità verso i bambini e non possiamo fare polemiche dove non ci sono».

La polemica sulla scuola San Donato ha dominato l’intera giornata sui social netwotk, dove diversi esponenti politici di primo piano hanno voluto dire la loro. «Sono venuto a conoscenza della notizia da alcuni genitori indignati con la scelta fatta dalla dirigenza del plesso di San Donato – dice il consigliere comunale di Fi, Giancarlo Carta –. Ritengo che sollevare muri non serva assolutamente alla causa dell'integrazione ma bensì aumenta le eventuali tensioni religiose di cui certamente non vi era bisogno. Gli stranieri sono stati ben accolti nella nostra città, non hanno certamente bisogno che i nostri simboli religiosi vadano offesi e messi alla porta. In quella scuola ci sono bambini cattolici e di altre religioni che avrebbero avuto piacere di conoscere il loro vescovo nell'approssimarsi del Natale. Questa sconcertante decisione glielo ha precluso. Sassari è città cattolica, gli stranieri lo sanno e penso che nessuno si sarebbe offeso a incontrare il vescovo. E se anche fosse (che qualcuno si offenda) penso che sia giusto che un ospite che si deve integrare lo faccia rispettando le regole del luogo dove si trova. Non il contrario».

Anche per Ugo Cappellacci, coordinatore regionale di Forza Italia, la decisione della direttrice è un «pessimo messaggio: non si può insegnare ai nostri figli che, in nome di un malinteso concetto di tolleranza, il rispetto di una religione passi attraverso l'autocensura preventiva delle nostre tradizioni e del credo di molti italiani». «Chiederemo al ministro Stefania Giannini e all'assessore Firino – ha aggiunto Cappellacci – di intervenire per bloccare questa singolare emulazione del caso Rozzano e garantire quello che in Italia dovrebbe essere pacifico: la piena libertà di seguire le nostre tradizioni».

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