La Nuova Sardegna

Il 19 dicembre gli antimilitaristi a Domusnovas

di Francesco G. Pinna
Il 19 dicembre gli antimilitaristi a Domusnovas

I pacifisti protesteranno davanti alla fabbrica di bombe Bocciata la proposta di referendum contro le basi

30 novembre 2015
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ORISTANO. Sì a una manifestazione contro la fabbrica di bombe di Domusnovas. No, almeno per il momento, al referendum proposto dal leader di Sardigna Natzione Bustianu Cumpostu per dare ai sardi la possibilità di decidere da soli il proprio futuro senza basi militari e fabbriche di bombe. La decisione dell’assemblea degli antimilitaristi sardi convocata a Santa Giusta è arrivata dopo tre ore di discussione a tratti anche molto acceso. Più di cento, arrivati da ogni angolo della Sardegna, i militanti e gli attivisti dell’arcipelago di movimenti e di comitati classificabili in qualche modo come antimilitaristi che hanno partecipato all’assemblea decidendo che la manifestazione si farà sabato 19 dicembre. Ancora tutti da definire però i dettagli della iniziativa, che potrebbe assumere la forma di una carovana di pace con arrivo davanti ai cancelli della fabbrica di Domusnovas. Qualcuno ha anche detto che sarebbe tempo di fare le cose sul serio e bisognerebbe entrare nella fabbrica per bloccare la produzione. La proposta non è stata neanche presa in considerazione, ma è stata sicuramente annotata dagli agenti della Digos che hanno seguito più o meno in incognito i lavori anche dopo l'invito della presidente dell'assemblea Dina Raggio (Social Forum Cagliari) a uscire perché la loro presenza non era gradita. Al suo fianco, al tavolo della presidenza Giacomo Meloni (Confederazione sindacale sarda), che ha sposato senza esitazioni la proposta della manifestazione. «Non possiamo non essere contro la guerra e contro le basi militari, e non accettiamo il ricatto del lavoro legato a un modello di sviluppo che non ci piace perché è fondato sulle bombe e sull’occupazione militare». Non è mancato qualche momento di tensione. In particolare durante l'intervento di Bustianu Cumpostu. La sua proposta di referendum per restituire ai sardi il diritto di decidere il proprio futuro senza armi e senza basi militari, è stata prima contestata e poi bocciata. Tra i contrari, convinti che in questo momento sia una iniziativa ad alto rischio di fallimento, anche l'ex consigliere regionale di Irs Gavino Sale.

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