La Nuova Sardegna

Avvocati, sciopero di quattro giorni per la mancata riforma

di Giampiero Cocco
Avvocati, sciopero di quattro giorni per la mancata riforma

Da oggi a venerdì i penalisti si fermano: «Vogliamo più braccialetti elettronici». Toghe in fermento anche per il disegno di revisione delle circoscrizioni giudiziarie

30 novembre 2015
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SASSARI. La protesta delle toghe, che da oggi e sino al 4 dicembre incroceranno le braccia astenendosi da ogni altra attività giudiziaria nel settore penale, lascerà il segno. L’unione delle camere penali italiane ha infatti indetto uno sciopero nazionale per sollecitare una organica riforma della giustizia. Attualmente - è questa la loro accusa - la giustizia è penalizzata da interventi che riducono drasticamente la prescrizione dei procedimenti penali e dal fatto che i giudici raramente ricorrono all’articolo 275 bis del codice di procedura penale in abbinamento al 58 quinquies dell’Ordinamento penitenziario che prevede, al posto della detenzione in carcere, l’applicazione dei braccialetti elettronici ai detenuti. Il due dicembre, nei palazzi di giustizia italiani, compresi quelli sardi, i penalisti distribuiranno dei braccialetti gialli e illustreranno tutto il loro disappunto sul tema «più braccialetti meno carcere».

Lo sciopero indetto dalla camere penali italiane sarà anche l’occasione, per i penalisti della Sardegna, di portare avanti rivendicazioni e proteste contro il disegno di revisione delle circoscrizioni giudiziarie affidate dal ministero della Giustizia alla commissione giustizia che intende sottoporre al parlamento la soppressioni di diverse sedi giudiziarie nell’isola, a partire dalla sezione staccata della corte d’appello di Sassari e dei tribunali di Lanusei, Oristano e Tempio.

Una delegazione di penalisti sardi, guidata dal presidente nazionale, porterà al ministro della giustizia Andrea Orlando, sabato prossimo, la delibera approvata dal coordinamento delle camere penali della Sardegna (presieduto dall’avvocato Gabriele Satta) nella quale si annunciano tutte iniziative che verranno intraprese nell’isola «affinchè nulla, nell’attuale geografia giurisdizionale della Sardegna, venga modificato». Il documento, che è stato approvato dalla camere penali italiane, sarà consegnato al ministro della Giustizia e al premier Matteo Renzi. Per quanto riguarda i temi che hanno portato le toghe a scioperare per cinque giorni è prevista, sempre per il 2 dicembre, una manifestazione nazionale a Roma.

I penalisti italiani sottolineano che è indispensabile far conoscere al Governo «l’inderogabile urgenza di procedere ad una riforma organica del processo penale, accelerando la razionalizzazione e la modulazione delle sanzioni e realizzando una vera, seria ed estesa depenalizzazione che consenta di riservare al dibattimento la dignità che gli spetta all’interno del giusto processo».

Secondo il documento diffuso dall’Ucpi (Unione camere penali italiane) deve essere anche «predisposta una seria e radicale riforma del Csm, con nuove regole che limitino in maniera rigorosa il passaggio dalla magistratura alla politica, e dalla magistratura all’amministrazione operando un profondo riassetto ordinamentale che preveda una separazione della carriera del giudice da quella dei magistrati requirenti, quale inderogabile presupposto della sua terzietà. Occorre infine provvedere – conclude il documento dei penalisti – alla razionalizzazione ed alla nuova dislocazione di risorse al fine di rimediare alle situazioni di collasso degli Uffici Giudiziari nei quali la mancanza dei supporti organizzativi e materiali finisce con il costituire un gravissimo danno nei confronti di tutti i cittadini ed un inammissibile vulnus al diritto di difesa».

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