La Nuova Sardegna

Sotto accusa il silenzio di Pigliaru

Sotto accusa il silenzio di Pigliaru

Pesanti critiche al governatore e un appello: faccia rispettare gli accordi

28 novembre 2015
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PORTO TORRES. È spettato a due consiglieri regionali del Partito democratico il compito di difendere l’operato del presidente della giunta regionale Francesco Pigliaru: Luigi Lotto e Gavino Manca. Il primo ha ricordato che solo il governo può far cambiare la politica industriale di Eni e che il presidente della giunta può solo far pressioni sulla presidenza del consiglio, «cosa che ha già fatto e continuerà a fare»; il secondo ha invece ricordato le iniziative portate avanti dalla giunta regionale in materia di industria «che non è abbandonata a se stessa» mentre per quanto concerne le bonifiche «la soluzione migliore è quella di nominare un commissario straordinario».

Per il resto è stata una pioggia di critiche nei confronti del governo regionale, in linea con la locandina delle organizzazioni sindacali che sottolineava «Il silenzio della Regione». Critiche del sindaco di Sassari Nicola Sanna secondo il quale «non possiamo più sopportare il silenzio, con una giunta che si interessa solo di una parte dell’isola». Un intervento con il quale ha voluto ricordare anche le recenti polemiche sulla città metropolitana. Da parte del consigliere Marco Tedde, invece, è arrivato il classico “un colpo al cerchio, uno alla botte”. «Chiediamo il rispetto dei patti sottoscritti nel 2011 dall’Eni – ha detto Tedde – ma soprattutto lo chiediamo alla Regione, colpevole di un muro di silenzio sulla chimica verde. E spetta al consiglio regionale dire a Pigliaru cosa deve fare. Ma questo consiglio regionale non ha mai affrontato il tema della chimica verde». Per il sindaco di Alghero Mario Bruno occorre «una reazione forte, alla luce anche degli errori che tutti abbiamo commesso. Occorre salvare il salvabile e per questo è necessario che giunta regionale si impegni per il territorio e la Sardegna».

Per l’ex presidente della giunta regionale Ugo Cappellacci «bisogna coinvolgere Palazzo Chigi, Renzi e Pigliaru ci devono mettere la faccia. La difesa di quel progetto, fondamentale per la nostra isola, non può avvenire per proclami, presunte interlocuzioni o attraverso i soliti comunicati stampa estemporanei. La Giunta, finora rimasta spettatrice, chiami in causa la massima rappresentanza del Governo per pretendere il rispetto di tutti gli impegni da parte di Eni. Pigliaru – conclude Cappellacci – intervenga in prima persona, riprenda in mano un piano lasciato in balia degli eventi e ci metta la faccia, pretendendo che Renzi faccia altrettanto».

All’assessore regionale all’Industria Maria Grazia Piras (il cui impegno a favore della chimica verde è stato sottolineato un po’ da tutti) il delicato compito diplomatico di ricucire lo strappo fra il mondo dell’industrie a quello della politica regionale. «Condividiamo le ragioni della protesta che sono conseguenti a una situazione di sofferenza e disagio dell’area industriale di Porto Torres e del territorio: consideriamo la manifestazione una forte spinta che rafforza la posizione della Regione nell’interlocuzione con l’Eni e con il Governo – ha detto – . Stiamo predisponendo un pacchetto di Green Public Procurement che agevolerà l’utilizzo di bioplastiche e biomateriali. L’Eni deve mantenere gli impegni assunti davanti a Governo e Regione sulla chimica verde. Se il protocollo d’Intesa del 2011 non è più attuale – ha detto l'assessore Maria Grazia Piras – la Regione è pronta a ridiscuterlo in sede di tavolo regionale e ministeriale». (p.s.)

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