La Nuova Sardegna

CONTRARIO - Cremone: «Una politica sbagliata»

CONTRARIO - Cremone: «Una politica sbagliata»

L’antimilitarista: ai giovani si dovrebbero dare altre opportunità

24 novembre 2015
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DOMUSNOVAS. Trovare voci fuori dal coro a Domusnovas è una missione impossibile. Per tutti la Rwm è intoccabile: il lavoro prima di tutto. «Massimo rispetto per i lavoratori, capisco la disperazione dell’epoca che viviamo, ma si continua a fare una politica del lavoro sbagliata». Angelo Cremone, leader di Sardegna Pulita, antimilitarista e ambientalista, è uno dei più accesi avversari della fabbrica di Domusnovas, e in generale dell’industria delle armi. «È assurdo che in una terra come la nostra l’unica risposta alla richiesta di occupazione sia questa – attacca l’ex consigliere provinciale –. Eppure gli stessi lavoratori potrebbero essere impiegati nelle bonifiche dei siti industriali, nelle opere contro il dissesto idrogeologico, nell’agroalimentare. Invece si continua con la stessa politica di sempre». Cremone dichiara di capire i lavoratori, ma fino a un certo punto. «Il lavoro è fondamentale, è ovvio, ma in questo caso si tratta di un lavoro sporco di sangue. Lo sappiamo tutti che gli arabi le armi non le usano come soprammobile. Cosa dicono ai loro figli quando vedono le immagini di carni dilaniate, di bambini uccisi? Quelle armi le facciamo noi. La politica non può fare questi ricatti».

Cremone annuncia di aver dato incarico all’avvocato di querelare il ministro Roberta Pinotti per le sue dichiarazioni sulle bombe partite da Cagliari. «Fino a quel momento nessuno sapeva se il governo fosse a conoscenza che in Italia venivano vendute armi da utilizzare in una guerra come quella nello Yemen, le sue parole ci hanno dato invece la conferma che l’Italia sta violando la legge». Il leader di Sardegna Pulita ne ha anche per la politica regionale, a partire da Pigliaru, colpevole di non aver proferito parola sulla questione delle armi di Domusnovas. «Navi piene di armi di fianco alle navi da crociera. Aerei carichi di ponte nell’aeroporto civile. Davanti a tutto questo il governatore ha scelto il silenzio. Una cosa inaccettabile». (al.pi.)

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