La Nuova Sardegna

L’isola celebra Salvatore da Horta, il santo dei miracoli

di Mario Girau
Una illustrazione con l'immagine di Salvatore da Horta
Una illustrazione con l'immagine di Salvatore da Horta

Cinque anni di eventi, oggi messe a Cagliari e Sassari Taumaturgo, il suo cuore incorrotto fu rubato in chiesa

22 novembre 2015
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CAGLIARI. Cinque anni nel nome di "San Salvatore da Horta". I frati minori francescani della Sardegna lanciano un progetto quinquennale di celebrazioni in onore di questo frate dei miracoli. Si comincia oggi con una solenne liturgia per ricordare il 450° anniversario della sua venuta nell'isola: messe a Cagliari nella chiesa di Santa Rosalia e a Sassari nella chiesa di San Pietro, entrambe alle 18. Nel 2017 ricorreranno 450 anni dalla morte, avvenuta il 18 marzo 1567. Nel 2018 l'ottantesimo della sua canonizzazione. Nel 2020 saranno ricordati cinquecento anni dalla sua nascita avvenuta a san Coloma de Farnès.

Una serie di manifestazioni, in diverse città della Sardegna, ma soprattutto a Cagliari e Sassari, formeranno il filo rosso che unirà tutti gli anniversari di questo fraticello, patrono fra l'altro delle partorienti. «Nei prossimi mesi - dice padre Salvatore Morittu, fondatore di "Mondo X" nella nostra isola e responsabile della comunità di "S'Aspru, a Siligo, da un anno coordinatore regionale dei "minori osservanti" - in un convegno saranno ricostruite le condizioni storiche di Catalogna e Sardegna al tempo di san Salvatore».

Seguiranno la presentazione degli studi di Sara Caredda, docente all'Università di Barcellona, sull'iconografia riguardante il santo, e un secondo convegno sull'attualità del grande taumaturgo. «Abbiamo intenzione - aggiunge padre Morittu - di effettuare un grande pellegrinaggio nei conventi in cui san Salvatore è stato trasferito - Barcellona, Tortosa, Bellpuig, Lerida, Horta, Reus, prima dell'ultima destinazione a Cagliari - spesso anche di nascosto, per evitare, senza riuscirvi, l'accorrere delle folle». Tra i sette santi e beati sardi dell'era moderna - san Salvatore condivide con sant'Ignazio da Laconi condivide il primato della regionalità.

La storia. La prima località che lo accoglie è Pula dove approda la nave che lo porta nell'isola con altri 20 confratelli destinati al convento di "Santa Maria di Gesù". Muore a Cagliari, città che ne conserva il corpo nella chiesa di santa Rosalia, ma il suo cuore è custodito in un'artistica teca conservata nella cappella a lui dedicata nella chiesa sassarese di San Pietro in Silki. Durante i bombardamenti del 1943 l'urna del santo viene messa al sicuro a Fonni. La donna miracolata per intercessione di san Salvatore, Aurora Sechi, vive a Mandas.

Nel 1938, per iniziativa dell'arcivescovo cagliaritano, Ernesto Maria Piovella, il corpo del santo è portata, dopo la canonizzazione in San Pietro il 17 aprile, in pellegrinaggio in tutte le diocesi sarde. «In questo periodo salvatoriano – aggiunge padre Morittu – vogliamo procedere alla ricognizione dei resti del nostro confratello e intervenire per una loro migliore conservazione». «Gli insegnamenti di papa Francesco rendono la vita di fra Salvatore - dice padre Arcangelo Atzei, rettore del santuario di Santa Rosalia - particolarmente attuale. Rilanciarne il culto è davvero una cosa opportuna».

La devozione. Se oggi la devozione per san Salvatore parla anche sassarese si deve a un furto sacrilego avvenuto verso la fine del 1607. La tomba del fraticello nella cappella del convento di Gesù e Maria, dedicata alla Purissima concezione, era stata sempre oggetto di particolari attenzioni di persone che volevano impadronirsi di qualche reliquia del frate taumaturgo. Tra queste anche il principe Filiberto di Spagna. Il colpaccio riuscì invece al frate laico, fra Giovanni Aranda, sacrista del monastero.

Avuta notizia del suo prossimo trasferimento nel convento di san Pietro in Silki, allora fuori le mura di Sassari, volle procurarsi una reliquia del santo cui era molto devoto. Una notte aprì la cassa e portò via il cuore incorrotto di Salvatore. Un furto sacrilego, dunque. Con quel prezioso reperto si presentò al padre guardiano del convento turritano dichiarandosi pentito. Dal 1607 la reliquia, conservata in un'artistica teca, è esposta alla devozione dei fedeli del nord dell'isola soprattutto il 18 marzo di ogni anno, anniversario della morte di san Salvatore.

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