La Nuova Sardegna

Vita burrascosa in un paese difficile

Vita burrascosa in un paese difficile

Arrestato, e poi assolto, per l’attentato al sindaco di Ottana del 2010

20 novembre 2015
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NORAGUGUME. Giampietro Argiolas, 42 anni, allevatore, aveva cercato di cancellare il suo passato burrascoso salendo a cavallo e lanciandosi in un galoppo sfrenato davanti a tutti gli altri cavalieri nell’ultima Ardia di Sa Itria, qualche mese fa. Un momento di serenità dopo anni di odio e di terrore nei quali lui era stato coinvolto più volte, riuscendo comunque a venirne fuori. Il suo nome era emerso nel corso delle indagini per alcuni omicidi della sanguinosa faida di Noragugume, ma nei suoi confronti non era stato trovato nulla di consistente.

Ma proprio in questo passato ingombrante potrebbe celarsi il movente del suo assassinio. Storie terribili che nessuno ha dimenticato, che hanno costretto molti giovani e anche qualche famiglia a lasciare il paese per non rischiare il coinvolgimento. Ma Giampietro Argiolas non ha mai fatto un passo indietro e ha continuato a vivere la sua vita. Forse un po’ troppo pericolosamente, frequentando persone poco raccomandabili che l’hanno portato più volte sull’orlo del baratro, dal quale era sempre riuscito a risalire.

Il momento più difficile era stato il coinvolgimento nell’attentato all’ex sindaco di Ottana, Giampaolo Marras, la notte del 23 settembre 2010. Insieme a Yuri Sedda, lo zio Maurizio Sedda e Roberto Fenudi era ritenuto uno dei responsabili dell'attentato alla casa dell’allora sindaco e alla sede dell'Eiss. Ma dopo quasi 4 anni di custodia cautelare tra il carcere, 2 anni e 10 mesi, e gli arresti domiciliari, il 9 maggio 2014 era stato assolto per non aver commesso il fatto. I giudici della Corte d'appello di Sassari avevano ribaltato la sentenza di condanna a 12 anni che gli era stata inflitta nel processo di primo grado celebrato nel tribunale di Nuoro. Secondo le accuse, Maurizio Sedda e Roberto Fenudi, dipendenti della Legler, sarebbero state le menti del disegno criminoso e Yuri Sedda avrebbe collocato la bomba davanti alla sede dell'Ente italiano di servizio sociale, accanto al Comune di Ottana. Mentre per le tre fucilate caricate a pallettoni esplose contro la casa del sindaco era stato accusato Giampietro Argiolas, che però era riuscito a dimostrare la sua estraneità al drammatico episodio.

Poi il silenzio, fino a un anno esatto fa: il 17 novembre 2014 quando il suo nome era emerso nel corso delle indagini per il delitto di Bachisio Cossu, l’allevatore di Silanus ucciso con un colpo di pistola alla testa davanti alla porta della sua abitazione, sotto gli occhi terrorizzati della compagna, Valentina Mura, moglie separata di Giampietro Argiolas.

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