La Nuova Sardegna

Siniscola, sindaco contro i cani: in casa massimo tre, disturbano la quiete

di Homar Farina
Siniscola, sindaco contro i cani: in casa massimo tre, disturbano la quiete

Un’ordinanza fissa il numero di amici a quattro zampe. Nessuna distinzione legata agli spazi a disposizione

19 novembre 2015
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SINISCOLA. Tre è il numero perfetto, secondo il sindaco Rocco Celentano. Non uno di più, a meno che non si tratti di una cucciolata. Si parla di cani, protagonisti di una ordinanza firmata dal primo cittadino di Siniscola. Celentano ha stabilito che il numero massimo di cani che un residente può accudire in casa propria sia tre.

Se uno di loro fa i cuccioli, il sindaco concede al proprietario di provvedere allo svezzamento per 40 giorni. Scaduto il tempo, i cagnolini dovranno trovare una nuova sistemazione. La prima ordinanza sull’argomento è datata 25 agosto, ma il 16 novembre il testo è stato in parte rettificato, rendendo le disposizioni ancora più restrittive: i cani, inizialmente 5, sono diventati 3.

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La polemica nasce soprattutto per il fatto che non si fanno distinzioni: il limite di 3 cani vale per chi abita in un appartamento come per chi sta in campagna o dispone comunque di uno spazio adeguato. La giurisprudenza sinora ha seguito una linea opposta rispetto a quella dell’ordinanza, incentivando le adozioni dei cani ed esaminando volta per volta i singoli casi. Il Consiglio di Stato con la sentenza 7387 del 2010 ha accolto il ricorso di una coppia piemontese, dopo aver valutato l'idoneità dei luoghi adibiti al mantenimento degli animali a prescindere dal loro numero.

L'ordinanza di Celentano che lo stesso motiva come «un necessario intervento in seguito a diverse segnalazioni di privati che lamentano il disturbo proveniente da case che ospitano un numero elevato di cani» e che «l'intento è quello di migliorare la qualità della vita», pare risolva problemi lamentati da singoli.

È questa l’opinione di Antonio Satta, consigliere comunale di Zente Nova. «Non trovando riferimenti normativi che diano valore all'ordinanza – dice Satta – proponiamo che venga immediatamente ritirata e che, se vi è necessità sul tema, si presenti un regolamento comunale da mettere ai voti del Consiglio. Che il sindaco – conclude il consigliere – si occupi di cose ben più importanti e non utilizzi lo strumento dell'ordinanza come segno di onnipotenza».

Anche il medico veterinario della Asl, Gianni Nieddu, sentito dal sindaco Celentano in fase di elaborazione dell’ordinanza, dice che «il provvedimento nasce dall'intento di limitare il disturbo alla quiete pubblica ma sarebbe stato meglio circostanziare il divieto a casi specifici». Anche per Deborah Mele, presidente dell'associazione “AnimaLe Coscienze” diventa complicato avere dei limiti così restrittivi «visto che sono stata contattata più volte dai vigili urbani di Siniscola, per il recupero di cani abbandonati».

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