La Nuova Sardegna

Energia, Pigliaru alza la voce: giù le mani dall’essenzialità

Energia, Pigliaru alza la voce: giù le mani dall’essenzialità

Il governatore sollecita un incontro urgente al ministro Guidi e al sottosegretario De Vincenti «La revoca del regime comporterebbe la chiusura delle centrali e seri rischi di black out»

12 novembre 2015
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SASSARI. Il calendario cammina veloce. Perché l’Authority per l’energia e dunque il governo tornino sui loro passi c’è tempo sino al 27 novembre. Se non accadrà, sul debole sistema industriale dell’isola subirà un’altra mazzata. La revoca del regime di essenzialità per tre centrali elettriche su quattro – Ottana, Porto Torres e Portovesme – rischia di provocare il deserto nella Sardegna centrale, di rimandare o cancellare i progetti a Fiume Santo e seppellire per sempre i sussulti di rinascita di Alcoa. Uno scenario prevedibile e temuto da tutti. In primis dal governatore Francesco Pigliaru. Che ieri ha deciso di sollevare i toni chiedendo un incontro urgente al ministero. Pigliaru si rivolge al sottosegretario Claudio De Vincenti e al ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi: sollecita un vertice sul tema dell’approvvigionamento energetico, al quale invitare anche l’Autorità per energia. Che, qualche giorno fa, ha detto sì alla richiesta di Terna, approvando la revoca del regime di essenzialità per 3 centrali sarde su 4: a usufruirne ancora nel 2016 sarebbe solo Assemini, dove peraltro l’impianto è in via di dismissione. Pigliaru ricorda ai rappresentanti dell'esecutivo nazionale «la trasformazione in corso del sistema energetico-elettrico sardo, alla luce degli obiettivi che Regione e governo si sono dati in tema di metanizzazione e di rilancio di comparti strategici fortemente energivori». Ancora: «Il mancato riconoscimento dell’essenzialità, nelle more dell’arrivo del metano, comporterebbe la chiusura certa delle centrali elettriche, con gli impatti intuibili in materia di utilities e di sostenibilità delle altre imprese insediate». Pigliaru sottolinea anche l’altissimo rischio black out «vincolando la sicurezza del sistema energetico elettrico sardo all’esercizio del cavo Sapei in importazione». I sindacati approvano la presa di posizione di Pigliaru, al quale sollecitano un incontro. Il centrodestra invece non fa sconti: «Se soltanto oggi Pigliaru chiede un confronto urgente con i ministri De Vincenti e Guidi, delle due l’una – dice il vicecapogruppo di Forza italia Alessandra Zedda: o non esiste alcuna trattativa sulle questioni sarde e i tavoli sono solo una finzione mediatica o il presidente Pigliaru non è preso in alcuna considerazione non solo dal governo ma perfino da Terna». (si. sa.)

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