La Nuova Sardegna

Siccità, vertice in Regione: chiesto lo stato di emergenza

di Umberto Aime

Dopo il via libera del governo arriverà un commissario per gestire la crisi e trovare una soluzione In Gallura, Goceano e Barbagia la situazione è drammatica, invasi al minimo e qualità pessima

11 novembre 2015
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CAGLIARI. Lo stato di emergenza e poi subito dopo, una volta ottenuto il via dal Governo, sarà un commissario ad avere i pieni poteri per risolvere la crisi idrica in Gallura, nel Goceano e nella Barbagia di Bitti, i tre distretti ormai allo stremo. Se non ci saranno intoppi, entro una quindicina di giorni, a partire dall’inizio della prossima settimana, il pericolo di restare senz’acqua potrebbe essere dimenticato, o comunque ci sarà la certezza che «l’abbiamo affrontato di petto», è il giuramento non la semplice promessa della Regione.

Cabina di regia. Con questo piano d’azione, da attuare in tempi molti stretti, si è conclusa la prima riunione del tavolo tecnico voluto dalla Giunta per far fronte alla solita crisi novembrina del Nord Sardegna, perché – e questo va denunciato – non è certo la prima volta che accade di finire in sofferenza. Al Distretto idrografico è stato affidato il compito di scrivere in pochi giorni, massimo cinque, il dossier che martedì prossimo sarà allegato alla delibera con cui la Giunta chiederà ufficialmente a Roma di operare come quando c’è da contrastare una calamità naturale. Alla relazione tecnica lavoreranno insieme, oltre al Distretto, assessorato ai Lavori pubblici, Arpas, è l’agenzia che si occupa dell’ambiente, Egas, è l’ente di gestione, Enas, produce l’acqua grezza, Abbanoa e anche la Protezione civile. «È una cabina di regia – scrive la Regione – molto snella e rodata nel far fronte alle emergenze». L’esito dell’indagine preliminare è scontato. Nessuno può negare che da settimane le riserve dei bacini di Sos Canales (Barbagia di Bitti), Mannu (Pattada) e Liscia per la Gallura siano sotto il livello di guardia e tutti sanno, basterebbe chiederlo agli abitanti degli oltre trenta Comuni in difficoltà, come sia oggi la qualità dell’acqua immessa in rete: è pessima.

L’assessore. «Confermato quanto sappiamo da giorni – ha detto l’assessore ai Lavori pubblici Paolo Maninchedda all’uscita dal vertice – chiederemo che sia riconosciuto lo stato di emergenza in quei territori e quindi d’intervenire immediatamente con i poteri speciali previsti quando c’è lo stato di allerta». A cominciare dal poter appaltare senza star troppo dietro alla burocrazia, i lavori indispensabili, per evitare che dai bacini continui a essere pompato più fango che acqua, o permettere di collegare fra loro le dighe, per garantire un approvvigionamento straordinario verso le tre che sono ben al di sotto del minimo garantito. Abbiamo dato incarico ad Abbanoa anche di sfruttare al massimo i vecchi pozzi o se necessario cercarne altri» Non è possibile fare altrimenti se si vuole che questa guerra santa non degeneri in quella che altrimenti sarebbe una clamorosa sconfitta.

L’Osservatorio. Le ultime rilevazioni hanno ribadito quanto sia grave la situazione, Le scorte ancora presenti basteranno per altri 40 giorni, a Sos Canales, 60 nel distretto del Mannu e 90 per il Liscia. «Vuole dire – hanno confermato gli esperti – che «siamo davvero in uno stato d’emergenza e non possiamo andare oltre». L’ultimo monitoraggio ha ribadito che nel sistema idrico dell’Alto Coghinas è presente solo il 36 per cento dell’accumulo autorizzato: 13,8 milioni di metri cubi d’acqua rispetto a una capienza massima intorno ai 37. Nel Liscia invece su 104 milioni sono stati censiti solo 35,9.

Il pericolo. Quanto accaduto in queste settimane e molto più di un campanello d’allarme: i potabilizzatori di Abbanoa sono finiti sotto stress e non riescono a garantire lo standard minimo dell’acqua per un’intera giornata. Tant’è che molti sindaci sono stati già obbligati, restrizioni a parte, a vietare l’uso domestico nei casi in cui nei campioni sono presenti troppi metalli pesanti o è esagerata la fanghiglia in circolo nelle tubazioni, come continua a capitare in Gallura e nel Sassarese.

L’impegno. Vogliamo intervenire subito e in fretta – ha confermato l’assessore Maninchedda – Se non piove, le riserve continueranno a esaurirsi e il Governo deve per forza schierarsi dalla nostra parte».

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