La Nuova Sardegna

Musei, Pigliaru cerca di evitare la chiusura

di Alessandro Pirina
Musei, Pigliaru cerca di evitare la chiusura

All’appello mancano 2 milioni. E le prime strutture hanno già dovuto interrompere il servizio

11 novembre 2015
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CAGLIARI. Pigliaru lancia il salvagente alle coop sociali, ma i tempi per impedire la chiusura di musei e siti archeologici sono strettissimi. La Regione raccoglie il grido d’allarme delle cooperative e si impegna a inserire nel bilancio 2016 i 17 milioni di euro che servono a garantire la copertura annuale. Nel frattempo, però, occorre trovare una soluzione per l’ultimo mese e mezzo dell’anno in corso. Dal 15 novembre rischiano lo stop alcuni tra i più importanti siti dell’isola. Il museo di Carbonia ha già chiuso i battenti, fra un paio di giorni toccherà a Santadi, a ruota rischiano di fermarsi anche il museo di Sassari, l’anfiteatro romano di Cagliari, il complesso nuragico di Barumini, il santuario nuragico di Santa Cristina. Un elenco lungo quanto il patrimonio storico-archeologico della Sardegna. Tutto perché all’appello mancano poco più di due milioni.

Bilancio 2015. Nel bilancio 2015 la Regione aveva stanziato solo 14 milioni e 650mila euro, pari all’87 per cento del totale, con la promessa che i due milioni mancanti sarebbero stati aggiunti con l’assestamento di maggio. Che però non c’è stato. E così le cooperative sociali si sono trovate con le casse vuote per poter andare avanti. Di qui la richiesta d’aiuto dei rappresentanti di Confcooperative, Legacoop e Agci alla Regione.

Vertice a Cagliari. «Il presidente Francesco Pigliaru e l’assessore Claudia Firino si sono impegnati a trovare una soluzione – racconta Sergio Cardia, presidente di Agci Sardegna –. Siamo fiduciosi, anche se siamo molto in ritardo. Mi auguro che a brevissimo arrivino i soldi per permetterci di arrivare fino a fine anno. Alcuni siti hanno già chiuso, altri oltre il 15 non potranno andare avanti, ma siamo tutti nelle stesse condizioni. E così 600 persone rischiano di perdere il lavoro. Senza contare che ormai le coop sono fuori tempo per mandare il preavviso di licenziamento. Oltre il danno si rischia anche la beffa: le cooperative non solo non hanno più i fondi per pagare gli stipendi, ma dovrebbero anche farsi carico dei 60 giorni di preavviso».

Garanzie per il futuro. Le associazioni, che da anni svolgono l’azione di rappresentanza unitaria del comparto, confidano in una soluzione a brevissimo termine e intanto gettano le basi per il futuro. Per il prossimo anno, a cui Pigliaru ha assicurato la copertura totale dei 16 milioni e 800mila, così come viene stanziato al settore da ormai 25 anni. «Mi sembra un’ottima notizia – dice ancora Cardia –, ma l’auspicio è che tutto venga fatto secondo tempi prestabiliti. A noi va benissimo che la Regione si sia impegnata a inserire nel bilancio il 100 per cento della somma che ci ha sempre stanziato e che ci permetterebbe di arrivare a fine anno senza problemi. Ma mi chiedo: quando verrà approvato il bilancio 2016? Il via libera può arrivare anche a fine marzo e a quel punto ci troveremmo in una situazione insostenibile, rischiando di dover restare chiusi fino a quella data». L’emergenza che stanno vivendo le cooperative sociali sarà al centro oggi di un incontro della commissione Cultura.

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