La Nuova Sardegna

«Occasione di sviluppo per le zone interne»

di Gavino Masia
«Occasione di sviluppo per le zone interne»

I sindaci dei piccoli Comuni: i centri minori avrebbero giovamento dell’arrivo di risorse e progetti

10 novembre 2015
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PORTO TORRES. In una sala Filippo Canu stracolma di gente, a seguire attentamente l’incontro “Area metropolitana Nord Sardegna, perché no?”, c’erano tanti primi cittadini uniti nella battaglia portata avanti dai politici del capo di sopra. Il pensiero è lo stesso, declinato in diversi modi ma spinto da un unico obiettivo: fare di tutto per garantire pari dignità al Nord Sardegna e ai tanti piccoli centri che rischiano altrimenti di perdere risorse e trasformarsi in deserti. Ecco il sindaco di Cheremule, Salvatore Masia: «Siamo convinti che l’istituzione dell’area metropolitana di Sassari sia una occasione di sviluppo anche per le aree interne, per rilanciare i rapporti tra città e paesi, sia per sviluppare risorse sia per evitare lo spopolamento che avanza». Una battaglia importante che si sta cercando di portare avanti con l’unità di tutti, secondo il sindaco di Olmedo Marcello Diez, «anche se sembrerebbe che i giochi siano già fatti: il mio paese è ricompreso nella perimetrazione, evidenziando che si tratta di una opportunità da non perdere per comuni piccoli e grandi. Con questa iniziativa vogliamo far capire alla Regione, al presidente Pigliaru e alla giunta che non è possibile tagliare fuori una grande parte di territorio». «Un’area vasta – sottolinea il sindaco di Putifigari Giancarlo Carta –, che chiede con forza che venga istituita l’area metropolitana anche nel Nord Sardegna: un punto di forza per fare veicolare le risorse, soprattutto quelle di provenienza comunitaria, e programmare uno sviluppo reale del territorio». Per Carta vanno evitati assolutamente i discorsi campanilistici, perché bisogna essere uniti e forti per cercare di salvaguardare alcuni servizi essenziali che hanno un carattere macro territoriale. «Mi riferisco alla pubblica istruzione, attraverso le facoltà universitarie, la sanità e soprattutto i trasporti, che nel Nord Sardegna ha degli snodi principali rappresentati da porti e aeroporti. Bisogna evitare l’isolamento del Nord nei confronti del Sud, mostrandosi compatti nel chiedere un cambiamento di rotta ai vertici della politica regionale».

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