La Nuova Sardegna

Michele Piras: anche all’isola serve una nuova sinistra

di Luca Rojch
Michele Piras: anche all’isola serve una nuova sinistra

Il deputato di Sel ha aderito al gruppo parlamentare Sulla giunta Pigliaru: alcune scelte non sono condivisibili

09 novembre 2015
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SASSARI. C’è vita a sinistra del Pd. Non ha dubbi Michele Piras, servivano nuovi globuli rossi davanti a una politica di governo sempre più esangue. Il deputato di Sel ha aderito tra i primi al nuovo progetto Sinistra Italiana. Per ora un gruppo parlamentare che mette insieme deputati e senatori di Sel, i fuoriusciti del Pd e una parte degli ex 5 Stelle uniti da un comune sostegno al progetto Tsipras. «Ma il destino entro un anno è dare vita a un partito – spiega Piras –. In parlamento da tempo c’è un gruppo che lavora e vota unito. È normale pensare a una convergenza. A unirci è anche una divergenza netta rispetto alle politiche del governo». Nel nuovo gruppo dovrebbero entrare anche i senatori di Sel, di cui fa parte l’altro parlamentare sardo Luciano Uras.

No al renzismo. A fare da collante è una avversione al renzismo. «Sulle riforme di Renzi diamo un giudizio negativo non solo per gli obiettivi che si pongono, ma per gli stravolgimenti profondi che portano. Contesto la riforma della scuola non solo perché la ritengo pessima nei risultati, ma anche perché condiziona in modo negativo la società. Da bocciare anche i provvedimenti sul lavoro e la riforma della Costituzione. Il Pd non è a sinistra, è sempre più una cosa bianca da cui in tanti ci sentiamo lontani».

La distanza. Il gruppo nasce anche da una distanza diventata sempre più siderale dalle politiche portate avanti da Renzi. «Mi sento lontano dai compagni che sono convinti si possa cambiare il Pd dall’interno – continua Piras –. Le politiche portate avanti da Renzi sono la testimonianza di dove vada quel partito e quali siano le sue scelte».

Sinistra Italiana nell’isola. Il suo esordio ufficiale sarà il 23 novembre a Sassari. «Con me ci saranno Alfredo D’Attorre e Marco Furfaro – continua Piras –, sarà il battesimo». Ma entro l’anno ci sarà l’evoluzione in un partito che metterà radici anche nell’isola. «Come deliberato nell’ultima assemblea Sel, in Sardegna punta a confluire in un progetto della sinistra più vasto. Certo ognuno singolarmente sarà libero di aderire al partito. Questo ci porterà a una posizione di confronto e di dialogo con il centrosinistra sardo e sovranista».

Gli equilibri Cagliari-Roma. Sinistra Italiana si vuole collocare in una posizione critica nei confronti del governo Renzi e del Renzismo. Ma a Cagliari Sel è forza di governo ed è in una giunta da sempre filorenziana. I rapporti tra il governatore Francesco Pigliaru e il premier sono stretti. Lo spostamento a sinistra potrebbe anche avere un effetto sugli equilibri di maggioranza. Ma Piras evita di fare il guastatore. Nessun cortocircuito. «È chiaro che si devono valutare le posizioni che la coalizione di centrosinistra e sovranista prenderà – dice Piras –. Se le scelte saranno la fotocopia di quelle del governo diventerà difficile proseguire su questa linea».

La critica. E Piras non nasconde di non condividere già ora alcune scelte portate avanti dalla giunta regionale. «Noi non ci vogliamo tirare indietro –afferma –. Al contrario la sinistra deve farsi sentire sui temi dirimenti. Alcune scelte portate avanti da questa giunta non le condivido. Per prima cosa la scelta di privatizzare il trasporto marittimo sulle rotte minori e quello su gomma. Perché si va sempre più verso una privatizzazione anche di questo. Non condivido la scelta di avere concesso 10 permessi di ricerca per idrocarburi e gas naturali a grandi società private. In questo modo si dà la possibilità di trivellare il territorio. Contesto anche la scelta di creare due linee di inceneritori, a Macchiareddu e a Tossilo. Così come trovo passive le politiche sul lavoro».

La verifica. Piras invoca una verifica all’interno della maggioranza. «E sottolineo che voglio una verifica e non un rimpasto –conclude –. Non mi interessano le questioni di poltrone, ma voglio che si parli di programmi. Di quello che è stato fatto e di quello che si deve fare. Servono scelte programmatiche forti e condivise per dare una scossa alla Sardegna».

@LucaRojch

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