La Nuova Sardegna

scoppia la rivolta

Nuoro non ci sta: a noi le briciole

di Gianna Zazzara
Nuoro non ci sta: a noi le briciole

Sindaci sul piede di guerra. Soddu: rimarranno solo i mamuthones

05 novembre 2015
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NUORO. «Se non ci ascoltano siamo pronti a marciare su Cagliari». Sindaci in rivolta nel Nuorese contro la riforma degli Enti locali targata Pigliaru. Ieri si sono incontrati per la prima volta nella sala consiliare del comune di Nuoro, su iniziativa del sindaco Andrea Soddu. Da Oliena, Dorgali, Fonni, Ollolai, Orotelli, Posada, Onanì, Oniferi, Osidda, Siniscola, Orune, Desulo e Sarule i primi cittadini sono arrivati nel capoluogo barbaricino pronti a difendere un territorio messo in ginocchio dalla crisi economica e dallo spopolamento.

«Ci ribelliamo a una riforma che mette a rischio la sopravvivenza del Nuorese – ha detto Soddu, tra gli applausi – È uno scenario che mette in discussione i servizi fondamentali. Concentrare tutte le risorse su Cagliari vuol dire condannare all’emarginazione tutto il resto della Sardegna, in particolare le zone interne. E poi basta con questo atteggiamento ricattatorio della Regione: prendere o lasciare. Qui c’è in gioco il futuro dei nostri figli».

I sindaci, tutti, hanno testimoniato la preoccupazione per una riforma che «impoverirà ancora di più questo territorio». Il loro è stato un vero e proprio cahier de doléances. «Cagliari non solo sarà riconosciuta come area metropolitana ma sarà anche la sede dell’unica Asl sarda. Questo vuol dire andare verso un precipizio istituzionale. Alla fine qui rimarranno solo i mamuthones». Per dire no alla nuova geografia istituzionale della Sardegna i sindaci hanno deciso di mettere a punto una controproposta da spedire nei prossimi giorni a Francesco Pigliaru, quel governatore dal quale si sentono traditi. «Pigliaru non può dimenticarsi del Nuorese – ha detto accorato il sindaco di Orune Michele Deserra – A Orune c’è una via dedicata a suo padre Antonio, autore del codice della vendetta barbaricina». Sotto accusa anche l’atteggiamento dei sei consiglieri regionali del Nuorese. «Nonostante siano una pattuglia non hanno rappresentato le istanze del territorio. È una vergogna». Per questo i sindaci sentono l’esigenza di andare oltre le appartenenze politiche e di unirsi insieme «per il bene del Nuorese». Ma come? C’è chi pensa a una super unione dei comuni che si estenda a tutta la provincia e includa anche l’Ogliastra, chi propone invece l’istituzione di una nuova grande provincia di Nuoro. «Ma non sul modello di quella passata che è stata gestita in modo scellerato», ha precisato il sindaco di Desulo. Su un punto però sono tutti d’accordo: «Il nodo fondamentale resta quello delle risorse». Con una riforma che «favorisce solo chi ha di più, qui arriveranno solo le briciole». «Le uniche risorse disponibili saranno quelle del Fondo unico, ma i soldi sono pochi per permettere alla Regione di finanziare tutti i Comuni – ha avvisato Efisio Arbau, sindaco di Ollolai– A rimetterci saranno soprattutto i piccoli comuni come i nostri».

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