La Nuova Sardegna

L’assalto pacifico alla base: denunciati 28 manifestanti

di Mauro Lissia
L’assalto pacifico alla base: denunciati 28 manifestanti

Sedici sono accusati di introduzione clandestina in luoghi militari Nuove contestazioni anche ai dodici giovani che avevano ricevuto il foglio di via

05 novembre 2015
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CAGLIARI. L’assalto pacifico al poligono militare di Teulada durante l’esercitazione Nato “Trident Juncture” è riuscito, ma per i sedici manifestanti che l’altro ieri sono riusciti a eludere i controlli di polizia e carabinieri per andare oltre i confini della base sono arrivate puntuali le denunce: i carabinieri contestano all’intero “commando” di pacifisti il reato di introduzione clandestina in luoghi militari, previsto all’articolo 260 del codice penale, che recita testualmente: «È punito con la reclusione da uno a cinque anni chi si introduce clandestinamente o con l’inganno in luoghi o zone di terra, di acqua o di aria in cui è vietato l’accesso nell’interesse militare dello Stato». Fermati e identificati da alcuni militari della Brigata Sassari e della brigata Artiglieria, dalla polizia militare e dai carabinieri, i manifestanti rischiano dunque un processo in cui la loro posizione risulterà aggravata dal fatto che il corteo di protesta organizzato a Sant’Anna Arresi e Porto Pino non era stato autorizzato dal questore Danilo Gagliardi. Meno grave la situazione giudiziaria per i dodici giovani che malgrado il foglio di via disposto dal questore hanno provato a entrare nell’area della manifestazione a bordo dei tre pullman fermati attorno al mezzogiorno sulla provinciale 109. Per loro, che hanno trascorso la mattinata di aventieri nella caserma dell’Arma a Giba, è scattata l’accusa di aver violato le prescrizioni del provvedimento restrittivo: rischiano l’arresto da uno a sei mesi. La “conquista” simbolica del poligono miltare di Teulada è avvenuta praticamente sotto gli occhi dei circa 800 manifestanti - 500 per la questura - attorno alle 15, quando il corteo si muoveva in direzione di Porto Pino. Un manipolo di giovani ha accelerato il passo e ha imboccato uno stradello fangoso, all’interno dello stagno che separa le campagne di Sant’Anna Arresi dall’area militare. Quando i poliziotti e i carabinieri si sono accorti della deviazione improvvisa era troppo tardi. Raggiunto il confine della base, i manifestanti sono stati bloccati, nel frattempo un gruppo si scontrava con le forze dell’ordine proprio all’ingresso dello stradello. I leader della protesta hanno gridato vittoria, annunciando che i vertici militari avevano dovuto sospendere le esercitazioni a fuoco a causa dell’intrusione. La questura ha confermato ieri mattina che le guerre simulate erano si erano già concluse alle 12.30, secondo il programma.

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