La Nuova Sardegna

Indennizzi, i soldi ancora non si vedono

di Silvia Sanna

Ripartita una quota del risarcimento 2005-2009, mancano 20 milioni dell’ultimo quinquennio

03 novembre 2015
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SASSARI. È una delle partite aperte. Questione cruciale, nel confronto tra il Comipa – almeno per quanto riguarda i rappresentanti civili – e la Difesa: dove sono finiti gli indennizzi per i Comuni? Il conteggio, non ufficiale, è stato fatto: all’appello mancano circa 20 milioni, relativi al periodo 2010-2014. Significa che negli ultimi 5 anni i centri gravati dalle servitù militari non hanno ricevuto neppure un euro a titolo di risarcimento per il danno economico che deriva dal mancato utilizzo di una parte del loro territorio. Nella seduta del 9 luglio scorso – quella che si è conclusa con il “no” al programma di esercitazioni presentato dal ministero della Difesa – il Comipa aveva sollevato il problema degli indennizzi sollecitando risposte immediate. Che, invece, non sono ancora arrivate. Le esercitazioni, invece, sono partite come stabilito, nonostante il no politico. E, nel frattempo, si è scoperto che l’importo complessivo da erogare alla Sardegna non è stato ancora stabilito: l’unico parametro di riferimento – sul quale si basano le richieste del Comipa e della Regione – è la somma indicata e stanziata nel 2010 e relativa al quinquennio 2005-2009. La Difesa aveva indicato un totale di 22.060.587 milioni di euro e, considerato il peso enorme delle servitù per l’isola, stabilito che alla Sardegna andasse il 68,61% della somma, pari a poco più di 15 milioni di euro. Qualche giorno fa la giunta regionale ha approvato una delibera, su proposta dell’assessore al Bilancio Raffaele Paci, che prevede la ripartizione di circa 900mila euro tra i Comuni interessati: si tratta della quota residua dello stanziamento, erogata soltanto di recente dal ministero. La ripartizione del contributo è questa: 16% alla Maddalena, 25% al poligono di Capo Frasca-aeroporto di Decimomannu, il 40% al poligono di Salto di Quirra-Capo San Lorenzo e il 19% al poligono di Capo Teulada. L’assessore Paci ha inoltre proposto e ottenuto una ulteriore ripartizione delle quote tra i Comuni compresi nelle aree militari: tra i centri destinatari, in proporzione, del contributo più alto, ci sono Teulada, Arbus, Villasor e Villaputzu. Durante la stessa seduta si è parlato della questione delicatissima degli arretrati. Cioè gli indennizzi per l’ultimo quinquennio. Ed è stato confermato che, trascorsi quasi due anni, gli importi non sono neppure stati stabiliti.

Paci ha detto che Pigliaru ha sollecitato il ministero della Difesa «affinchè siano attivati i tavoli per la definizione dello stanziamento». Sull’importo, la Regione impone paletti invalicabili: non può essere inferiore a quello stabilito per il 2005-2009, opportunamente rivalutato. Non solo. Il pressing riguarda anche un altro aspetto: dal momento che la Sardegna è la regione che paga il prezzo più alto dal punto di vista delle servitù militari, la giunta chiede che siano stabiliti criteri chiari e oggettivi nella ripartizione.

Nel frattempo, in materia di indennizzi, aspettano buone notie i pescatori delle marinerie che operano intorno al poligono di Capo Frasca. È di pochi giorni fa la conferma: anche loro, esattamente come i colleghi di Capo Teulada, hanno diritto a ottenere risarcimenti per le vaste aree militari nelle quali non possono gettare le reti.

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