La Nuova Sardegna

Trident, si spara davanti ai senatori

di Silvia Sanna
Trident, si spara davanti ai senatori

Oggi la visita a Capo Teulada di Lai, Uras e Floris. Capo Frasca: sì agli indennizzi per le cooperative dei pescatori

28 ottobre 2015
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SASSARI. Spettatori dei giochi di guerra, vedranno con i loro occhi quello che accade nel palcoscenico del poligono di Capo Teulada. Il più grande spazio militare nell’isola ospita una parte delle operazioni di Trident Juncture, la mega esercitazione organizzata dalla Nato che coinvolge 3 Paesi – Italia, Spagna e Portogallo – e 36mila uomini, di cui almeno 500 saranno impiegati in Sardegna. Oggi, a controllare se la Nato manterrà le promesse fatte (spazi aerei delimitati, munizioni inoffensive) saranno tre senatori: Silvio Lai (Pd), Luciano Uras (Sel) ed Emilio Floris (FI). Partenza all’alba, arrivo presto a Teulada e poi si comincia: almeno tre ore della giornata saranno dedicate all’osservazione di mezzi e divise in azione. I tre senatori non saranno soli. Oltre a loro è prevista la partecipazione di colonnelli e generali, tra i quali Alberto Primicerj, generale di Corpo d’Armata e comandante delle Forze operative terrestri.

La discussione. I tre parlamentari lasceranno il Poligono nel primo pomeriggio. Nei prossimi giorni la visita sarà protagonista all’interno della discussione più ampia sollecitata con un documento unitario dai tre senatori così come da altri parlamentari dell’isola. Oggetto: il peso delle servitù militari in Sardegna, la necessità di procedere a una graduale dismissione per liberare aree dalle stellette e restituirle alla comunità. Sull’argomento esiste un tavolo Regione-Stato: da una parte il governatore Francesco Pigliaru, dall’altra il sottosegretario alla Difesa Domenico Rossi. Qualche passo è stato fatto, ma la strada appare lunga e piena di ostacoli.

Indennizzi. Un’area militare impedisce l’utilizzo dello spazio a fini economici. Per questo i territori devono essere risarciti. Il Comipa, Comitato paritetico sulle servitù, chiede da tempo allo Stato di pagare ai Comuni 20 milioni di indennizzi relativi agli ultimi cinque anni. Le risposte tardano ad arrivare. Nel frattempo, però, sul fronte risarcimenti qualcosa si muove.

Capo Frasca. La battaglia delle cooperative dei pescatori inizia a dare i primi frutti. Le marinerie chiedevano che anche a loro, come ai colleghi di Capo Teulada e Quirra, venisse riconosciuto un giusto ristoro economico per il danno derivato dalla presenza di una vasta area militare che limita moltissimo gli spazi liberi per la pesca. Un incontro con la Regione a Oristano un paio di settimane fa aveva aperto più di uno spiraglio, ieri la Commissione Difesa della Camera ha approvato all’unanimità la risoluzione presentata da Michele Piras (Sel) «con la quale si impegna il Governo a riconoscere gli indennizzi alle marinerie delle aree adiacenti al Poligono di Capo Frasca, finora escluse dal protocollo siglato il 9 agosto 1999 tra Ministero e Regione».

Il governatore. In una lettera inviata questa sera al sottosegretario della Difesa Domenico Rossi e per conoscenza al ministro Roberta Pinotti, il presidente della Regione Francesco Pigliaru ha espresso apprezzamento per la risoluzione approvata in Commissione. «È un passo importante – scrive il governatore – che arriva dopo un comune lavoro volto ad assicurare certezza di diritti ed equità di trattamento anche ai pescatori di Capo Frasca». Ora servono i fatti. «Ti chiedo – scrive Pigliaru – di voler indicare i nominativi dei rappresentanti della Difesa in seno al gruppo di lavoro che dovrà procedere alla definizione tecnica dei criteri di riparto delle misure di indennizzo. Obiettivo prioritario comune - sottolinea Pigliaru - dovrà essere quello di ricercare tutte le misure possibili per la riduzione delle limitazioni dovute dalle ordinanze di sgombero a mare e consentire così ai pescatori di svolgere le proprie attività».

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