La Nuova Sardegna

le divisioni

Ma le zone interne non ci stanno

I centri montani: dove andranno i fondi per le aree svantaggiate?

27 ottobre 2015
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SASSARI. Da una parte una chiamata unanime alle armi per tutto il sassarese. Dall’altra un fronte che già scricchiola ancora prima di iniziar la battaglia. Almeno a sentire Salvatore Masia, sindaco di Cheremule e presidente dell’Unione dei Comuni del Meilogu. Che si dice contrario alla città metropolitana e chiama gli altri territori dell'interno della Provincia di Sassari principalmente Logudoro Monte Acuto Villanova «affinché facciano sentire la propria voce». «Chiederemo un incontro alla commissione autonomia perché ascolti anche noi – spiega – nessuno si sente rappresentato dai sindaci che sono stati auditi dalla I commissione, né tantomeno sono stati in nessun modo investiti del ruolo di portavoce dagli altri cinquantanove comuni della ex provincia di Sassari. Inoltre, pur avendo la consapevolezza che un riequilibrio della riforma sia auspicabile, i sindaci sono fortemente scettici - e in qualche caso assolutamente contrari - ad un ingresso in un'area metropolitana». «Abbiamo problematiche e necessità troppo diversi, la difficile convivenza in altre forme di aggregazione lo ha dimostrato, abbiamo più da perdere che da guadagnare e poi ci sono troppe domande ancora senza risposta. Chi gestirà i fondi della città metropolitana? Che fine farà il nostro status di comuni montani e svantaggiati, perderemo la possibilità di accedere a finanziamenti per aree rurali e piccoli comuni? Non vogliamo essere relegati ad essere periferia ma vogliamo essere protagonisti di questa nuova stagione di riforma». (g.bua)

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