La Nuova Sardegna

«Su Farris accordo Cappellacci-Carboni»

Processo P3, Verdini ricostruisce la nomina all’Arpas: l’ex governatore «lo riteneva uomo di Soru»

24 ottobre 2015
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ROMA. Ugo Cappellacci considerava Ignazio Farris un uomo di Renato Soru, per questo era perplesso sulla sua nomina a direttore dell’Arpas, l’agenzia regionale che avrebbe dovuto aiutare la P3 a realizzare affari in Sardegna con l’eolico. Alla fine però, pressato da Flavio Carboni, il governatore diede il via libera a Farris, esattamente come voleva l’affarista di Torralba. A ricostruire i passaggi della controversa nomina costata a Cappellacci un processo per abuso d’ufficio è stato Denis Verdini, ex coordinatre di Forza Italia, oggi leader di Ala. Verdini ha risposto alle domande del pm Rodolfo Sabelli davanti ai giudici del tribunale di Roma, prendendo il largo dalle accuse della Procura che lo considera uno dei protagonisti dell’operazione-Sardegna architettata da Carboni con Cappellacci nelle vesti di esecutore. Verdini ha negato il suo coinvolgimento nella P3, che ha definito «un coacervo di millanterie». Il senatore ha definito Carboni «un personaggio vulcanico, pieno di fantasia e di voglia di fare, un po’ troppo insistente a volte. Con lui – ha aggiunto – avevo il progetto di raccogliere finanziamenti per il Giornale di Toscana, esperienza editoriale da trasferire in Sardegna dopo la nomina di Cappellacci a governatore». Per Verdini la nomina di Farris era il frutto di un accordo esterno a lui: «Su quel nome – ha spiegato – c'era già un accordo tra l'allora governatore Cappellacci e Carboni. Farris avrebbe garantito la continuità sull'affare dell'eolico, la cui normativa era stata introdotta dalla presidenza Soru. Io non sono mai intervenuto nella nomina di Farris che neppure conoscevo. Dovevo fare i conti con le insistenze di Carboni – ha detto ancora il leader di Ala – che teneva alla questione e che aveva problemi di rapporti con Cappellacci. Io non mi sono mai interessato né avevo interesse nell'affare del fotovoltaico. Cappellacci aveva perplessità su Farris perché lo riteneva vicino a Soru. Era una questione politica, e non tecnica».

Sul pranzo svolto nella sua abitazione il 23 settembre del 2009, durante il quale per l’accusa si misero a punto gli obiettivi dell'associazione segreta, Verdini lo ha definito «un pranzo da niente, da non ricordare, in cui ciascuno parlava dell'argomento che gli stava a cuore, dai convegni con i magistrati al Lodo Alfano, alla riforma della giustizia». E ancora: «Quel pranzo era stato organizzato da me perché Dell'Utri doveva portare il magistrato Arcibaldo Miller al quale avrei chiesto la disponibilità per le Regionali in Campania. Si presentarono, a mia insaputa, in otto, tra cui Flavio Carboni e altri».

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