La Nuova Sardegna

Saras, il nuovo corso riparte nell’isola

di Alessandra Sallemi
Saras, il nuovo corso riparte nell’isola

Presentato a Sarroch il piano di investimenti per il quadriennio 2016-2019: previsti 745 milioni di margine operativo lordo

16 ottobre 2015
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INVIATA A SARROCH. La casa della Supply Chain, la filiera per l’approvvigionamento della materia prima, la Saras l’ha aperta a Ginevra ma il “Capital Markets Day” l’ha organizzato nella raffineria di Sarroch in una fortunata giornata di sole, col mare azzurro a un passo dagli inviati dei giornali economici, delle banche, delle società che per mestiere fanno i conti in tasca alle aziende e mandano in giro per il mondo i rapporti sulla loro credibilità a beneficio di clienti e investitori. «Una giornata per gli analisti finanziari» è stata in sintesi la spiegazione delle relazioni esterne sulle ragioni dell’evento che ha mobilitato la dirigenza. E cosa dovevano capire e quindi testimoniare gli analisti finanziari declinati in forma giornalistica o bancaria non importa? Che la Saras forse ha imparato dai suoi errori e ha cominciato a mettere mano a tutto ciò che poteva e doveva essere migliorato dentro lo stabilimento e fuori. Un’operazione che in qualche modo dev’essere riuscita se ieri il vicepresidente esecutivo del gruppo Saras, Dario Scaffardi, ha condotto un’operazione non consueta: convocare, appunto, mezzo mondo nel cuore dello stabilimento, mostrare gli impianti, documentare i cambiamenti avvenuti e spiegare quelli che, dal 2016 al 2019, porteranno la società ad avere un margine operativo lordo di 745 milioni di euro e i soci a dividersi dal 40 al 60 per cento dell’utile netto. Alle 10 del mattino di ieri nella sala conferenze si raccontava che un’agenzia di stampa avesse già lanciato le prime informazioni sul rinnovato impegno del gruppo Saras e a questo fosse seguito un immediato rialzo del titolo in borsa. Il piano industriale per i prossimi quattro anni propone robusti risparmi di energia, il miglioramento degli impianti Versalis acquisiti l’anno scorso, «ulteriori miglioramenti del sito di Sarroch - spiega Massimo Vacca, responsabile delle relazioni finanziarie - come (esempio) l’ampliamento delle linee di lavorazione dei grezzi».

Giuseppe Citterio direttore dello sviluppo tecnologico del gruppo ha spiegato con molti dettagli che «in questi cinque anni di crisi, sugli impianti non si è perso terreno, si è continuato a investire e oggi, nel momento della ripresa, non dobbiamo metterci a rincorrere le novità tecnologiche ma possiamo programmare lo sviluppo». Vacca: «Dal 2009 al 2014 c’è stata crisi, abbiamo avuto perdite, ma le scelte che abbiamo fatto ci permettono oggi davanti alla ripresa dei mercati di illustrare le nostre prospettive di sviluppo». «Nella seconda metà del 2014 il mercato mondiale del petrolio è entrato in una nuova fase, i prezzi del barile si sono equilibrati, i consumi dei prodotti petroliferi sono ripresi»: in questo scenario descritto da Saras si è inserita la relazione «indipendente» di Johannes Benigni (presidente e fondatore di Jbc Energy Group) tema: l’evoluzione prevedibile dei mercati petroliferi. In questa evoluzione Saras si è inserita con due punti forti. Uno è la capacità, affinata negli ultimi cinque anni, di lavorare petroli grezzi dalle caratteristiche più diverse, l’altra è la “Saras Trading sa” costituita a Ginevra «per avere accesso immediato alle informazioni su dove trovare i greggi al miglior prezzo e non arrivarci anche solo il giorno dopo» (Vacca).

I due punti forti rendono possibile la gestione integrata della Supply Chain, la filiera di approvvigionamento del greggio. Attenzione, Saras Trading lavorerà soprattutto per la Saras, ma non solo e genererà «ulteriore margine operativo lordo sin dal primo anno di operazioni».

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