La Nuova Sardegna

Saremar, tutti in piazza: parte la protesta dei mille

di Andrea Nieddu
Saremar, tutti in piazza: parte la protesta dei mille

Alla Maddalena sindaci, lavoratori e comunità marciano contro i licenziamenti Anche una delegazione da Carloforte contesta le scelte della giunta Pigliaru

14 ottobre 2015
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LA MADDALENA. Lo sbarco dei mille. La protesta per la difesa dei lavoratori della Saremar unisce La Maddalena, Palau, Santa Teresa e Carloforte. Quasi mille persone hanno sfilato in corteo per le vie della Maddalena. La protesta dei lavoratori della Saremar è diventata la protesta di una comunità. A dire il vero è la protesta di diversi territori. In testa al corteo organizzato dalle mogli dei marittimi Saremar c’erano il sindaco della Maddalena Luca Montella, quello di Palau Francesco Pala, quello di Santa Teresa Stefano Pisciottu e una delegazioni di lavoratori di Carloforte.

La manifestazione è il segno di una tensione che diventa sempre più alta tra la Regione, le 167 famiglie dei lavoratori e le comunità che vedono nel servizio pubblico offerto dalla Saremar l’ultima garanzia di restare collegati al resto della Sardegna.

Crisi dei territori. L’assessore ai Trasporti Massimo Deiana sembra non avere rassicurato lavoratori e amministratori. A settembre i 167 dipendenti della Saremar hanno ricevuto le lettere di licenziamento, che scatterà dal 31 dicembre. «A questi bisogna aggiungere i 200 lavoratori dell'indotto, come le biglietterie, il cui posto di lavoro è a rischio – spiega Vittorio Verrascina, del Movimento lavoratori Saremar –. La Regione ha stabilito di privatizzare la compagnia di navigazione fino a oggi al 100 per cento pubblica, col rischio che questo possa comportare un aumento del costo dei biglietti e il non riconoscimento del diritto acquisito dai lavoratori. Noi siamo convinti che ci siano ancora le condizioni per tenere in vita la società pubblica». Al momento sarebbero cinque gli armatori privati interessati alle tratte.

Il corteo. Slogan, striscioni e magliette per ricordare che dietro le 167 famiglie di marittimi ci sono intere comunità. Il corteo con ordine è partito dal Comune della Maddalena. In mille sono arrivati davanti al porto e si sono imbarcati sul traghetto della Saremar Isola di Santo Stefano.

La manifestazione è proseguita subito dopo lo sbarco per le vie di Palau. Poi il ritorno alla Maddalena. In consiglio comunale i sindaci e i rappresentanti dei lavoratori hanno spiegato le ragioni della protesta e proposto soluzioni alternative davanti alla folla che continua a chiedere risposte reali alla Regione.

In Comune. Le mogli dei marittimi, che hanno organizzato la manifestazione, sono rimaste dentro il Comune della Maddalena. Da settimane occupano il municipio. La loro protesta è diventata il simbolo di una resistenza a oltranza davanti alla scelta della Regione di liquidare la società e mettere le rotte sul mercato. L’operazione scatterà il 31 dicembre del 2015, quando le lettere di licenziamento firmate dalla Regione diventeranno effettive. E in queste settimane continuerà la corsa contro il tempo delle comunità coinvolte per scongiurare la fine della Saremar.

Destino segnato. Ma sembra difficile che la Regione torni sui suoi passi. I commissari liquidatori hanno anche messo in vendita tutti i traghetti della Saremar. Costo 6,3 milioni di euro. Ma le comunità sono certe che una soluzione differente possa essere trovata.

I sindacati. Sullo sfondo rimane il lavoro che i sindacati in questi mesi portano avanti con l’assessore. Per ora le proposte alternative sono state considerate tutte impraticabili. Come quella avanzata da Arnaldo Boeddu, segretario della Filt Cgil, che ha proposto più volte di creare una divisione marittima dell’Arst per entrare nel capitale di Saremar e dare nuova linfa alla società di navigazione.

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