La Nuova Sardegna

Insulti su Fb: «La Chisu si dimetta»

La presidente Commissione pari opportunità aveva attaccato le donne in un post

14 ottobre 2015
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SASSARI. In silenzio, le dita lontane dalla tastiera, forse a riflettere sul da farsi. Tutt’intorno, la tempesta. Il post pubblicato domenica notte da Stefania Chisu sul suo profilo Facebook ha scatenato indignazione e richieste di dimissioni a catena. Perché l’insegnante nuorese che si scaglia contro una particolare categoria di donne, è presidente della Commissione regionale pari opportunità. Lei, che le donne dovrebbe tutelarle, e probabilmente l’avrà fatto tantissime volte, è finita sotto accusa per quello che ha tutta l’aria di essere un fatto personale: nel post notturno c’è lo sfogo di una donna arrabbiata, ferita, offesa da altre donne, in particolare – sembra di capire – da una. Stefania Chisu lunedì sera ha chiesto scusa. Con un altro post ha preso le distanze dai concetti espressi e dalle parole usate, «non mi appartengono. È la prima volta che mi lascio andare ad un commento fuori dalle righe». La Chisu ha chiesto scusa «come donna e in qualità di presidente di una importante istituzione quale la Commissione regionale pari opportunità». La sua marcia indietro non è bastata. Il post incriminato, cancellato dopo poche ore, aveva già fatto il giro della rete, suscitando pochi commenti di apprezzamento, qualche like e molta indignazione. Tra i primi a insorgere c’erano stato Romina Mura, sindaco di Sadali e deputato del Pd, e Michele Piras, deputato di Sel. Ieri contro Stefania Chisu ha preso posizione il Partito dei Sardi: «Le parole che abbiamo letto non solo offendono le donne e la società tutta ma evidenziano quanto non sia chiaro per la signora Chisu l’obiettivo politico della commissione Pari opportunità che lei stessa presiede. Con l’uso di quei termini e di quelle parole ha fatto emergere la sua inadeguatezza alla carica istituzionale che ricopre, in quanto ha utilizzato lo stesso linguaggio, le stesse forme di pensiero maschilista, che la commissione dovrebbe combattere ed eliminare: discriminazione di genere, volgarità, violenza verbale».Tradotto: si deve dimettere. Duro anche il commento di Emanuela Piredda, esponente del del Centro Democratico e componente della Commissione regionale delle Pari opportunità presieduta da Stefania Chisu: «Il post su Facebook con gli insulti sessisti e l’attacco alle donne non può essere nè ignorato nè accettato. La presidente rassegni immediatamente le dimissioni. Una funzione di così alta responsabilità richiede comportamenti e visioni di ben altro tenore rispetto a quelli esibiti dalla presidente sulle pagine del social network più diffuso al mondo. Non possono bastare poche frasi di scuse per rimediare al danno fatto».

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