La Nuova Sardegna

Premio Andrea Parodi a Giuliano Gabriele e Marina Mulopoulos

di Gabriele Balloi
Premio Andrea Parodi a Giuliano Gabriele e Marina Mulopoulos

Bene i sardi: miglior testo e musica a Davide Casu di Alghero Interpretazione: ex aequo Claudia Aru di Villacidro e Corimè

12 ottobre 2015
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CAGLIARI. Parla “ciociaro” l’ottavo Premio “Andrea Parodi”. A vincerlo infatti è stato Giuliano Gabriele, cantante e suonatore dell’organetto diatonico con il suo ensemble, per «Lettera dalla Francia», canzone su testo vernacolare di Fulvio Cocuzzo. Il Premio della Critica è andato invece all’incantevole, suadente voce della tosco-ellenica Marina Mulopoulos, per il brano in greco «Iatì» (Perché). Quest’anno, fra le menzioni speciali addirittura due sardi. A partire dal cantautore algherese Davide Casu, il cui brano in catalano «Santa Eulalia» ha ricevuto nientemeno che un doppio riconoscimento, come miglior musica e miglior testo.

A «Fogu» della Claudia Aru Band è poi spettata la migliore interpretazione, in “ex aequo” con i Corimè, due fratelli siciliani ma trapiantati sul lago di Garda, che si sono aggiudicati perfino la menzione come miglior arrangiamento, nonché il “Premio dei concorrenti” (quello assegnato da tutti i partecipanti al concorso) condiviso con il Giuliano Gabriele Ensemble. Infine, il cosiddetto “Premio dei bambini in sala” è andato alla filastrocca popolare «Arrammulì», in versione folk-rock, dei casertani Calatia. Insomma, si è conclusa così pure questa edizione del Premio Parodi, unico concorso di “world music” in Italia, organizzato dalla Fondazione Andrea Parodi e con la direzione artistica di Elena Ledda.

Auditorium Comunale di Piazza Dettori quasi sempre pieno, a dispetto di alcuni problemi che hanno un po’ stravolto scaletta e ordine degli ospiti. Fra tutti l’allerta meteo che, venerdì, ha purtroppo costretto a porte chiuse la seconda delle tre serate, condotte, come consuetudine, da Ottavio Nieddu e Gianmaurizio Foderaro (di RadioRai).

Mentre sabato per la finale tutto si è svolto regolarmente. Esordendo con i Tazenda, che hanno proposto due tracce dall’ultimo cd, più l’intramontabile «Carrasecare». Ospitando la carismatica personalità siciliana di Mario Incudine, il quale ha sapientemente incentrato la scelta delle canzoni sui temi, sempre attuali, del lavoro e dell’emigrazione, che coincidenza ha voluto fossero i medesimi del brano vincitore. E se Incudine si accompagnava da solo al mandoloncello, stessa cosa ha fatto con la chitarra l’ospite internazionale: la talentuosa songwriter canadese Alejandra Ribera, dall’ammaliante voce, mirabilmente duttile, morbida e felpata. Non è mancata, quindi, l’abituale jam session con tutti gli artisti ospiti sul palco, assieme a Elenda Ledda, stavolta a intonare il tradizionale «Deus ti salvet Maria», la celeberrima Ave Maria sarda del poeta di Neoneli, Bonaventura Licheri.

Ovviamente, pure quest’anno è stato attribuito un Premio Albo d’Oro (nella prima serata), che ha meritatamente ricevuto l’attuale principe degli organettisti sardi, Totore Chessa. Così come sono stati ospiti nelle prime serate la vincitrice dell’anno scorso, Floriana Cangiano, in arte Flo, e i siciliani Tamuna, Premio della Critica 2014, a presentare il videoclip «Balai».

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