No ai tagli negli uffici postali sardi, vincono i piccoli Comuni
Il Governo ha rinviato al prossimo anno la consegna della corrispondenza a giorni alterni. Mura (Pd): «La rivolta è servita»
05 ottobre 2015
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CAGLIARI. I piccoli Comuni hanno vinto la loro battaglia con le Poste: lettere e pacchi non saranno più distribuiti a giorni alterni. Il Governo ha rinviato all’anno prossimo la razionalizzazione (molto presunta) del servizio che avrebbe reso ancora più isolate le aree montane. Ad annunciare la retromarcia delle Poste, è stato il deputato del Pd Romina Mura, che nei mesi scorsi aveva capeggiato la mobilitazione del gruppo parlamentare «Lo sviluppo della montagna» e dell’Unione dei Comuni montani.
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«È un risultato importante – ha detto il deputato – perché siamo riusciti a fermare un piano che sarebbe diventato l’ennesima barriera fra i piccoli Comuni e il resto della società». Non c’è stato solo un rinvio di qualche me: all’inizio del 2016 spetterà al Garante della comunicazione verificare se «i volumi della corrispondenza siano invece sufficienti, come dicono sostengono i Comuni, per garantire il servizio quotidiano di consegna della corrispondenza». Secondo Romina Mura il piano delle Poste era e resta incomprensibile: «Dove i servizi essenziali – è la dichiarazione – sono ridotti già al minimo, ridurli ancora finirebbe per aumentare i rischi già di spopolamento».
In Sardegna il piano delle Poste prevedeva ad esempio che in alcuni Comuni il postino avrebbe consegnato la corrispondenza solo due volte alla settimana e che diversi uffici postali sarebbero passati da sei a tre giorni d’apertura. «La pausa di riflessione decisa dal Governo – la conclusione del deputato – servirà a far capire che la Sardegna non può subire un altro affronto».
