La Nuova Sardegna

la storia

Il don cacciato da Guspini perché disse di essere gay

di Luciano Onnis
Il don cacciato da Guspini perché disse di essere gay

L’outing di monsignor Krzysztof Olaf Charamsa, che in questi giorni sta scuotendo la Chiesa, ha precedenti. Uno di questi casi si è registrato in Sardegna, dieci anni fa

05 ottobre 2015
3 MINUTI DI LETTURA





GUSPINI. Don Mario Bonfanti, chi non se lo ricorda? Sono passati 10 anni da quando è andato (o mandato) via da Guspini, ma i parrocchiani di allora, e non solo chi frequentava la chiesa, hanno ancora viva l’immagine di questo giovane prete (allora aveva 31 anni) che in paese è rimasto dal 2002 fino al 2005, svolgendo il ruolo pastorale di vice parroco nella chiesa di San Nicolò, la principale delle tre parrocchie di Guspini. Poi è stato diplomaticamente messo alla porta perché gay.

LEGGI Il monsignore teologo fa coming out e rivela: «Sant'Uffizio è cuore dell'omofobia»

Don Mario era stato una sorta di uragano nella vita parrocchiale. Nessuno era a conoscenza delle sue preferenze sessuali, o perlomeno non le aveva mai dichiarate apertamente. Se non al suo vescovo monsignor Giovanni Dettori, della curia vescovile di Ales-Terralba, e al suo parroco don Angelo Pittau. A loro aveva serenamente comunicato di essere omosessuale. Invece fra le anime della sua parrocchia nessuno era mai venuto a conoscenza dei suoi gusti sessuali. Ma don Mario piaceva un po’ a tutti, tranne al gruppetto di anziane della parrocchia, che da subito avevano storto il naso davanti a questo prete atipico e troppo disinvolto. Vestiva in borghese e preferibilmente in jeans e maglietta, frequentava soprattutto i giovani e con loro andava in discoteca e al pub, la sua presenza in piscina era ricorrente e si rapportava senza problemi con tossicodipendenti e spacciatori, riuscendo spesso a instaurare con loro un rapporto amichevole. Stava cristianamente tra gli ultimi.

Ma questo “free lance” del sacerdozio non rispettava la linea sacerdotale imposta dal suo parroco Angelo Pittau e dal vescovo Dettori: venne sollevato dall’incarico e messo di fatto alla porta, costretto a farsi da parte con una serie di provvedimenti della curia vescovile che lo allontanavano da Guspini. Il tutto fra le proteste di buona parte dei parrocchiani, petizioni e raccolta di firme inviate al suo vescovo e perfino al Papa. La soluzione fu che don Mario tornò dalla sue parti, in Lombardia, e gli fu addirittura proposto di sottoporsi a un corso terapeutico di psicologia in un istituto religioso di Trento. Tutto perché era omosessuale.

A Guspini, dopo l’allontanamento e la successiva scomunica, è tornato più volte (l’ultima nel 2012), invitato da un gruppo di ex parrocchiani per tenere conferenze sui diritti civili e umani. Ne parla volentieri Rossella Pinna, ex sindaco di Guspini e ora consigliere regionale del Pd: «Era un giovane tra i giovani – ricorda -, viveva la vita al loro stesso modo. Di certo era molto più vicino ai ragazzi di quanto non lo fossero altri. Un sacerdote molto alla mano, coltissimo e assai sensibile. Tre anni fa, in occasione di un suo ritorno a Guspini, ho assistito alla presentazione di un libro di poesie. Con molta delicatezza ha evitato di trattare argomenti che potevano infastidire la suscettibilità di alcuni fra i presenti».

Poi le considerazioni personali della consigliera regionale sul coming out di don Mario: «Ritengo che ognuno debba liberamente vivere la vita secondo le proprie predisposizioni naturali. Credo che sia arrivato il momento che la Chiesa giudichi le persone dal loro operato e non dalle preferenze sessuali».

In Primo Piano
Il dossier

Intimidazioni agli amministratori: nell’isola casi aumentati del 20 per cento

di Andrea Massidda
Le nostre iniziative