La Nuova Sardegna

Ripartono i giochi di guerra La Difesa ignora il no dell’isola

di Silvia Sanna

Iniziate le esercitazioni a Teulada, Capo Frasca e Quirra: andranno avanti sino a Natale Bonifiche e riduzione dei poligoni: il ministro Pinotti non risponde alle richieste del Comipa

04 ottobre 2015
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SASSARI. I giochi di guerra ripartono perché, dice il ministro Pinotti, rappresentano «una necessità ineludibile». Impossibile rinunciare a caccia, missili e carri armati a spasso nei poligoni militari dell’isola: le esercitazioni sono essenziali per preparare i soldati in vista di missioni vere, per operare in condizioni di sicurezza «nel contesto nazionale e in quello internazionale», recita il decreto firmato dal responsabile della Difesa. Pazienza se il Comitato misto paritetico (sette rappresentanti della Regione, altrettanti dello Stato) aveva detto no alle attività addestrative programmate per l’autunno, pazienza se le tante domande e obiezioni sollevate dal Comipa sono rimaste senza risposta. La Difesa va avanti e rispetta le date stabilite: le esercitazioni, iniziate il 1 di ottobre per concludersi il 21 dicembre, entreranno nel vivo nei prossimi giorni e coinvolgeranno tutti e tre i poligoni isolani: Capo Teulada, Capo Frasca e Quirra (con le limitazioni stabilite dalla procura di Lanusei nel 2011). L’obiettivo è arrivare preparati al 21, quando l’Italia diventerà protagonista della Trident Juncture, l’evento addestrativo multinazionale della Nato: la base di partenza dei caccia è stata trasferita da Decimo a Trapani ma il teatro fondamentale della mega operazione sarà comunque il mare di Sardegna.

Le polemiche. Il 9 luglio dal Comipa era arrivato il no al programma di esercitazioni ipotizzato dalla Difesa a partire dal 1 ottobre. Il comitato misto paritetico aveva respinto il piano dopo due riunioni, la prima delle quali sospesa per l’abbandono della discussione da parte di alcuni componenti. Poi il 9 la nuova convocazione e il verdetto: no alle esercitazioni. A sollevare un lungo elenco di obiezioni preludio al no finale, era stato Gianni Aramu, storico componente del Comipa, rappresentante dei civili. In primo piano la vicenda di Guardia Del Moro, nell’arcipelago della Maddalena, e l’intenzione della Difesa di ripristinare la servitù militare. Una questione che si trascina da più di un anno e sulla quale si era espresso in maniera molto contraria il presidente della Regione Francesco Pigliaru. Non solo. In ballo c’è anche un’altra vicenda delicatissima, quella delle bonifiche: il Comipa sollecita verifiche sulle eventuali conseguenze delle esercitazioni sulla popolazione e sull’ambiente. Ancora, e questo è un tema di stringente attualità, il Comitato e la Regione – chiedono una riduzione del peso delle servitù militari. Nell’isola ci sono i tre poligoni più grandi d’Europa, nulla è cambiato 1976. Neppure un ettaro in meno, neppure una risposta alle varie proposte, tra le quali quella di ridurre dell’1 per cento (7200 ettari la superficie complessiva) l’area di Teulada.

Il ministro va avanti. Niente da fare, la Difesa non si ferma. Il ministro Pinotti prende atto del no del Comipa, sottolinea la necessità di svolgere le esercitazioni però apre uno spiraglio: «L’ineludibile necessità non intende rappresentare un ostacolo al proficuo dialogo avviato con la Regione». Per questo: «Ribadisco la ferma volontà di proseguire nel confronto allo scopo di raggiungere un giusto equilibrio tra il bisogno di sviluppo economico e sociale del territorio e le imprescindibili esigenze militari».

Il programma. Si chiama Vampir una delle esercitazioni a terra, poi c’è Valir, prevista in aria, e naturalmente Trident Juncture. Da domani elicotteri in volo, Brigate di manovra in azione e Artiglieria. In campo caccia, missili, razzi, carri armati. Si va avanti sino al 21 dicembre. Sotto Natale non si gioca. Ma alla Befana si ricomincia.

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