La Nuova Sardegna

Timori per il servizio pubblico

Timori per il servizio pubblico

Il senatore e medico Silvio Lai (Pd): «Non è la strada giusta per risparmiare»

25 settembre 2015
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Analisi & Affari. Fra i timori dell’ultima svolta c’è la paura di corsie preferenziali sugli esami e sui test clinici a favore delle strutture private. Col ridimensionamento del servizio sanitario pubblico. A ventilare il pericolo sono in parecchi. Almeno nell’isola.

Alle Camere. Il senatore del Pd - e medico - Silvio Lai dà una sua prima valutazione sugli sviluppi. «In parlamento circola una copia informale del decreto anticipato ai rappresentanti dei professionisti – premette – Solo martedì il ministro Lorenzin sarà in audizione al Senato e lì ascolteremo le sue ragioni. A ogni modo, la vicenda nasce dai provvedimenti finalizzati ai risparmi in sanità degli ultimi due anni. «Ma questa non è la strada giusta per ottenere quel risultato – aggiunge Lai – Dal mio punto di vista una cosa è evitare esami inutili, cioè inappropriati per i pazienti, un'altra cosa è tagliare analisi necessarie o mettere i medici sotto accusa creando un disagio evidente tra i professionisti e sfiducia tra i cittadini».

Le alternative. «Io penso allora che si debba rivedere il decreto, soprattutto se saranno confermate le indiscrezioni sui contenuti, con una discussione franca in parlamento e con il coinvolgimento di tutti gli attori – conclude Lai – Occorre lavorare congiuntamente su tutti fattori che spingono alla medicina difensiva per ottenere una sanità migliore con una legislazione più moderna che rassicuri i medici e protegga i pazienti: per i risparmi in sanità le strade sono altre».

All’attacco. Susanna Montaldo, segretaria sarda dell’Anaao, parla di «provvedimento assurdo». «Ci sono cose che saltano all’occhio, come il fatto che gli esami per il colesterolo possano essere disposte ogni 5 anni: una cosa incredibile – spiega – E poi che senso ha questo discorso allucinante sulle sanzioni? Chi è in grado di giudicare il nostro operato se non un altro medico». «La verità è che così si costringerà la gente ad andare dai privati e fare analisi a pagamento – accusa ancora la dirigente sindacale – Ed è per tutti questi motivi che abbiamo già dato l’adesione allo sciopero nazionale».

Dubbi. Un giudizio critico sull’intero processo in atto arriva da Isde – Medici per l’ambiente. Con un richiamo al business che ruota attorno a certi settori. Sostiene infatti il presidente Vincenzo Migaleddu: «La sanità pubblica viene smantellata a favore di quella privata assistita: per capirlo pensiamo al Mater di Olbia, con i suoi 240 posti-letto extra rete ospedaliera dell’isola e alla deroga del 6% sul bilancio regionale. Io faccio attività privata non assistita: da me viene chi mi stima. E invece in altri circostanze si tollera di tutto, come nel caso di questo depotenziamento del servizio pubblico su test ed esami al quale stiamo assistendo adesso».

Cure e famiglie. Paolo Carossino, in passato dirigente della Fmmg e oggi medico di base nel Sassarese, preferisce comunque attendere il varo delle linee-guida prima di fasciarsi la testa. «Alcuni esami, come le risonanze magnetiche, sono difficili da prescrivere anche oggi – sottolinea – E non sempre tutti sembrano in grado di resistere alle pressioni di pazienti che sollecitano analisi in continuazione». «A ogni modo non capisco la logica di fondo del provvedimento, visto che per la spesa farmaceutica e per il ciclo d’uso dei macchinari l’Italia è tra i Paesi virtuosi d’Europa: piuttosto che a questi tagli pensino invece a far funzionare a pieno regime apparecchi che a volte invecchiano senza mai essere stati accesi», è la sua conclusione. (pgp)

In Primo Piano
L’incidente

Scontro frontale sulla Sassari-Olbia, cinque feriti in codice rosso

Le nostre iniziative