La Nuova Sardegna

Lingua blu, il rischio si riduce: nel 2015 né focolai né ovini malati. Vaccinati tre milioni di capi

Pecore uccise dal morbo della lingua blu
Pecore uccise dal morbo della lingua blu

L'assessore alla Sanità, Luigi Arru: l'anno scorso gli animali morti erano stati 13, due anni fa 113mila, con un costo per la Regione di 28 milioni

24 settembre 2015
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CAGLIARI. Nessun focolaio, nessun capo morto e nessun capo malato di lingua blu si è avuto nell'isola nel 2015, secondo i dati aggiornati a ieri, mercoledì 23. Sono state oltre tre milioni le vaccinazioni sugli ovini, più di 100mila quelle sui bovini, con una copertura immunitaria dell'80 per cento e una spesa di due milioni di euro.

Lo scorso anno i focolai di blue tongue erano stati 5 e 13 gli ovini morti; situazione diversa, invece, nel 2013 quando si sono registrati 5.777 focolai e 113.769 capi morti.

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«Il rischio di malattia - afferma l'assessore regionale alla Sanità, Luigi Arru - è in costante diminuzione per gli allevamenti ovini dell'isola, ma non possiamo ancora dire di aver vinto questa battaglia. Esistono, infatti, delle aree critiche dove non si è ancora vaccinato. Pertanto continuare a vaccinare è importante, non solo nell'interesse del singolo allevatore, ma per la difesa dell'intero patrimonio zootecnico regionale. Più è alto il numero di animali vaccinati, minore sarà la circolazione virale e dunque il rischio di malattia».

Il vaccino utilizzato è spento, con virus inattivato, efficace e sicuro, che può essere utilizzato anche in gravidanza, perché non provoca aborti, ma immunizza le madri, che successivamente trasmetteranno l'immunità agli agnelli.

Per quanto riguarda la profilassi diretta, sono state attuate numerose azioni di igiene zootecnica per la lotta all'insetto vettore (documentate dall'Associazione regionale allevatori), che contribuiscono a contrastare la possibilità d'insorgere della malattia: «Nel 2013 - spiega Arru - i danni causati dall'epidemia sono costati alla Regione 28 milioni di euro. Nel 2014 e quest'anno abbiamo, di fatto, risparmiato 26 milioni che possono essere utilizzati per fare fronte a tante richieste di carattere sociale. Questo risultato è stato possibile solo grazie alla collaborazione di tutti: allevatori, associazioni di categoria, veterinari e istituzioni. Finalmente sono state messe da parte diffidenze e contrapposizioni, lavorando nell'interesse generale».

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