La Nuova Sardegna

Bonifiche: corsa contro il tempo per evitare l’inquinamento

di Gian Mario Sias
Bonifiche: corsa contro il tempo per evitare l’inquinamento

Il terreno è pieno di sostanze pericolose. Il sindaco Bruno: servono 2 milioni ma non ci sono le risorse Gli inquirenti hanno trovato gli inneschi nella pineta, nessun dubbio: l’incendio è di origine dolosa

22 settembre 2015
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ALGHERO. Il giorno dopo è ancora peggio. La rabbia per il rogo che ha devastato la pineta lascia il posto alla paura. La paura che tutta l’area diventi una bomba ecologica pronta a esplodere con la prima pioggia.

Il rogo che ha devastato la pineta nel cuore del Parco di Porto Conte, e che ha avuto come epicentro i due campeggi sotto sequestro giudiziario di Sant’Igori e Sant’Imbenia, lascia in eredità alle istituzioni e a tutta la comunità il fardello di un pericolo ambientale imminente. Per scongiurare il disastro bisogna intervenire in fretta, prima che inizino le piogge. Ma servono soldi. E qui la volontà si scontra con la possibilità. «Servono almeno 2milioni di euro», è la prima stima del sindaco di Alghero, Mario Bruno, appena esce dal summit delle Prigionette, diramazione dell’Ente foreste della Sardegna all’interno del Parco. Poi però precisa. «È una stima molto approssimativa, perché prima bisogna attendere le analisi dell’Arpas per capire la reale entità del danno e che livello di bonifica serve» spiega Bruno.

Insieme ai rappresentanti di Arpas, Ente foreste, Vigili del fuoco, Protezione civile della polizia locale e Parco di Porto Conte ha partecipato al sopralluogo tra le macerie e la cenere. Con le tute utilizzate dal reparto Nbcr dei vigili del fuoco, hanno potuto constatare di persona il disastro lasciato in quei cinque ettari di roulotte, piccole imbarcazioni e altre suppellettili letteralmente divorate dal fuoco. In attesa di una stima più precisa, il sindaco e il presidente del Parco di Porto Conte, Antonio Farris, hanno scritto al presidente della Regione, Francesco Pigliaru, e agli assessori dell’Ambiente e delle Finanze, Donatella Spano e Raffaele Paci, per chiedere un intervento straordinario. «Le ragioni per accogliere la nostra richiesta ci sono tutte – afferma il sindaco – perché siamo di fronte a un disastro ambientale». E nel frattempo che l’Arpas fornisca i risultati dei primi prelievi effettuati oggi, il Comune si attiva per racimolare almeno qualche migliaio di euro, il tanto per «affidare a qualche soggetto specializzato la definizione di un piano per la messa in sicurezza e la bonifica urgente dell’area». Lo farà attraverso una variazione di bilancio, ma con ogni probabilità non si andrà oltre i 20mila euro. Niente rispetto a quello che serve, ma il giorno dopo prevale il bisogno di non stare senza fare niente. Il rogo di due notti fa ha devastato 15 ettari di pineta. L’epicentro è stata l’area di cinque ettari che ospita Sant’Igori e Sant’Imbenia, e non è un caso. Infatti ormai non ci sono dubbi sulla natura dolosa del pauroso rogo. Secondo i primi riscontri investigativi, che muovono dalle indagini dell’Ente foreste e soprattutto dal ritrovamento degli inneschi utilizzati per appiccare l’incendio, l’obiettivo dell’attentato erano proprio i due campeggi sotto sequestro giudiziario dal 2010 e dal 2011. Le indagini coordinate dal sostituto procuratore di Sassari, Mario Leo, tendono a dare per scontato il collegamento tra l’attentato, che ha distrutto 250 roulotte, e il processo legato alla vicenda giudiziaria che vede imputati i 106 proprietari delle due strutture, ritenute abusive.

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