La Nuova Sardegna

Caso Colosseo, anche Briatore contro la Barracciu: pagate i dipendenti

di Luca Rojch
Francesca Barracciu e Flavio Briatore
Francesca Barracciu e Flavio Briatore

La polemica sul tweet del sottosegretario non si ferma. A puntare il dito anche lo smeraldino patron del Billionaire

21 settembre 2015
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CAGLIARI. Povera Francesca. L’ultima bocciatura al suo tweet sgangherato arriva da Flavio il billionario, uno da sempre vicino al mondo dei lavoratori sottopagati. Briatore accende gli animi. «@Barracciu #Colosseo I dipendenti devono essere pagati, compresi gli arretrati. Bisogna assumere e evitare gli straordinari».

Il sottosegretario incassa la critica dal re delle notti della Costa Smeralda e ribatte con prontezza. «@Briatore sono d'accordo con lei. Non è certo questo che contesto!». Ma è come altra benzina sul fuoco della contestazione. Il popolo di twitter continua il tiro incrociato contro la Barracciu. Cinguettii che somigliano a ruggiti. L’esponente del Pd che24 ore prima aveva continuato a rispondere ai contestatori, il giorno dopo rinuncia. La tempesta digitale la travolge e si inabissa in un meditato silenzio.

Un passo indietro. Ma a scatenare l’onda della contestazione è stato un tweet. «Assemblea sindacale che danneggia centinaia di turisti paganti che dedicano 1 giorno di ferie al #Colosseo e decine di guide turistiche è 1 reato!». Più o meno la posizione del governo che ha già varato un decreto lampo e ha equiparato i musei ai servizi essenziali. La battaglia per fermare il disservizio della coda infinita davanti al Colosseo chiuso per assemblea diventa un boomerang. Una contestazione ai diritti dei lavoratori. Almeno per il popolo dei social che subito contestano il tweet della Barracciu e in particolare il concetto di assemblea come reato. Una giovane cinguetta: «Come reato?». La Barracciu risponde: «Beh sì reato in senso lato».

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Il boomerang. La risposta alimenta la bufera. Diventa tanto virale da meritare un hashtag tutto suo #reatoinsensolato. Il primo giorno la sottosegretaria ha cercato di tenere testa alla valanga di tweet. Inizia con «i diritti di ciascuno finiscono dove iniziano quelli degli altri, come la libertà», poi scivola verso: «ma ha visto cosa è stato provocato? Ma dai su». Alla fine chiude: «Con la parola reato ho voluto esagerare perché è stato fatto un danno enorme a chi non ha responsabilità di nulla». Poi la contestazione dilaga con decine di cinguettii che ricordano la posizione di indagata della sottosegretaria. Qualcuno le scrive: «Tipo il peculato per cui lei è indagata?». La Barracciu risponde: «No, ho usato reato, ripeto, in senso lato. E io affronto l'accusa che mi è stata mossa e suo sarcasmo con coscienza a posto».

Non è la prima volta che la sottosegretaria inciampa in qualche dichiarazione social maldestra. Ma forse neanche lei si aspettare di vivere in un mondo rovesciato. A difendere il diritto all’assemblea dei lavoratori ci pensa l’imprenditore Briatore contro la determinazione del governo di centrosinistra.

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