La Nuova Sardegna

assemblea contestata

Beni culturali, scoppia la rivolta contro il tweet della Barracciu

di Luca Rojch
Francesca Barracciu
Francesca Barracciu

La sottosegretaria contro lo stop dei dipendenti del Colosseo. «L’assemblea è come un reato». Ma sui social viene attaccata

20 settembre 2015
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CAGLIARI. Tutta una questione di senso. Lato. La Barracciu non resiste e ci ricasca. Inciampa di nuovo sui social network e scatena la polemica. Il sottosegretario assiste all'assemblea dei dipendenti del suo ministero. Assemblea che blocca i visitatori davanti a musei e monumenti. E la Francesca nazionale non riesce a lasciare in pace la tastiera del suo telefonino. Rompe la massima zen che si era autoimposta: «Mai più tweet e post» e irrompe con un cinguettio da kamikaze: «Assemblea sindacale che danneggia centinaia di turisti paganti che dedicanoun giorno di ferie al #Colosseo e decine di guide turistiche è un reato!».

In fondo si limita a parlare un po’ alla pancia del popolo. Nulla di male, pane quotidiano della politica. Ma il sottosegretario dimentica di avere un’attentissima e attivista schiera di nemici social, pronti a sfruttare la prima incertezza. Maligna una ragazza le chiede: «Come reato?», e lei risponde: «Beh sì reato in senso lato». E in 140 caratteri qualche imprecisione linguistica ci può stare. Ma tanto basta per scatenare la spietata gogna dei social.

C'è chi come Michele Piras, deputato di Sel contesta non la forma, ma il contenuto. Il suo tweet è velenossisimo. «@Barracciu l’assemblea sindacale non è reato: né in senso proprio né in senso lato. La vostra idea dei diritti dei lavoratori è agghiacciante». In altre parole Piras contesta la scelta di criticare il diritto dei lavoratori a fare un’assemblea sindacale. Ma la sua critica può essere estesa al governo che ha varato un decreto lampo e ha equiparato i musei ai servizi essenziali. Quindi assemblee e scioperi dovranno essere regolati in modo del tutto diverso.

Un altro feroce affondo arriva dalla scrittrice “Possibile” Michela Murgia. Il suo cinguettio è un ruggito. «“Fare assemblea sindacale è un reato!”, dice l'indagata per peculato. Per non darle torto temo che aggiorneranno il diritto».

La Barracciu evita uno scontro diretto con i detrattori più illustri, ma con calma e coraggio affronta i contestatori da strada. Per un po’ risponde ai tweet, anche ai più cattivi. Un po’ come buttare benzina sul fuoco della contestazione. Lei spiega che il suo tweet: «Con la parola reato ho voluto esagerare perché è stato fatto un danno enorme a chi non ha responsabilità di nulla». Non perde la calma neanche davanti al caustico commento di un contestatore: «Tipo il peculato per cui lei è indagata?». Il sottosegretario mostra una calma olimpica: «no, ho usato reato, ripeto, in senso lato. E io affronto l'accusa che mi è stata mossa e suo sarcasmo con coscienza a posto».

Il suo confronto va avanti per ore. Il sottosegretario cerca di rispondere a tutti, impresa quasi impossibile. Assicura che si occuperà delle difficoltà dei lavoratori delle strutture museali in rivolta. Ma non basta. E ancora una volta la Barracciu rischia di venire divorata da un esercito di cinguettatori famelici. E forse più che un senso lato alla sottosegretaria serviva un po’ di sesto senso.

@LucaRojch

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