Beni culturali, scoppia la rivolta contro il tweet della Barracciu
La sottosegretaria contro lo stop dei dipendenti del Colosseo. «L’assemblea è come un reato». Ma sui social viene attaccata
CAGLIARI. Tutta una questione di senso. Lato. La Barracciu non resiste e ci ricasca. Inciampa di nuovo sui social network e scatena la polemica. Il sottosegretario assiste all'assemblea dei dipendenti del suo ministero. Assemblea che blocca i visitatori davanti a musei e monumenti. E la Francesca nazionale non riesce a lasciare in pace la tastiera del suo telefonino. Rompe la massima zen che si era autoimposta: «Mai più tweet e post» e irrompe con un cinguettio da kamikaze: «Assemblea sindacale che danneggia centinaia di turisti paganti che dedicanoun giorno di ferie al #Colosseo e decine di guide turistiche è un reato!».
Ass sindacale che danneggia centinaia di turisti paganti che dedicano 1 giorno di ferie al #Colosseo e decine di guide turistiche è 1 reato!
— Francesca barracciu (@Barracciu) 18 Settembre 2015
In fondo si limita a parlare un po’ alla pancia del popolo. Nulla di male, pane quotidiano della politica. Ma il sottosegretario dimentica di avere un’attentissima e attivista schiera di nemici social, pronti a sfruttare la prima incertezza. Maligna una ragazza le chiede: «Come reato?», e lei risponde: «Beh sì reato in senso lato». E in 140 caratteri qualche imprecisione linguistica ci può stare. Ma tanto basta per scatenare la spietata gogna dei social.
@donnadimezzo reato in senso lato.
— Francesca barracciu (@Barracciu) 18 Settembre 2015
C'è chi come Michele Piras, deputato di Sel contesta non la forma, ma il contenuto. Il suo tweet è velenossisimo. «@Barracciu l’assemblea sindacale non è reato: né in senso proprio né in senso lato. La vostra idea dei diritti dei lavoratori è agghiacciante». In altre parole Piras contesta la scelta di criticare il diritto dei lavoratori a fare un’assemblea sindacale. Ma la sua critica può essere estesa al governo che ha varato un decreto lampo e ha equiparato i musei ai servizi essenziali. Quindi assemblee e scioperi dovranno essere regolati in modo del tutto diverso.
Un altro feroce affondo arriva dalla scrittrice “Possibile” Michela Murgia. Il suo cinguettio è un ruggito. «“Fare assemblea sindacale è un reato!”, dice l'indagata per peculato. Per non darle torto temo che aggiorneranno il diritto».
La Barracciu evita uno scontro diretto con i detrattori più illustri, ma con calma e coraggio affronta i contestatori da strada. Per un po’ risponde ai tweet, anche ai più cattivi. Un po’ come buttare benzina sul fuoco della contestazione. Lei spiega che il suo tweet: «Con la parola reato ho voluto esagerare perché è stato fatto un danno enorme a chi non ha responsabilità di nulla». Non perde la calma neanche davanti al caustico commento di un contestatore: «Tipo il peculato per cui lei è indagata?». Il sottosegretario mostra una calma olimpica: «no, ho usato reato, ripeto, in senso lato. E io affronto l'accusa che mi è stata mossa e suo sarcasmo con coscienza a posto».
Il suo confronto va avanti per ore. Il sottosegretario cerca di rispondere a tutti, impresa quasi impossibile. Assicura che si occuperà delle difficoltà dei lavoratori delle strutture museali in rivolta. Ma non basta. E ancora una volta la Barracciu rischia di venire divorata da un esercito di cinguettatori famelici. E forse più che un senso lato alla sottosegretaria serviva un po’ di sesto senso.
@LucaRojch
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