La Nuova Sardegna

Lana tessuta con la natura Il tappeto sardo per l’Expo

di Antonio Mannu
Lana tessuta con la natura Il tappeto sardo per l’Expo

Un’opera collettiva di 22 metri a cui hanno partecipato oltre duemila persone E due collezionisti americani sono pronti a spendere 50mila euro per acquistarlo

17 settembre 2015
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SASSARI. Ha raggiunto i 22 metri di lunghezza, ben oltre l’obiettivo prefissato, il “social carpet” allestito davanti allo spazio Sardegna all’Expo. Oltre duemila persone hanno contribuito dal 3 settembre scorso a tessere il tappeto partito dall’isola: alla base di lana cruda ogni giorno si sono aggiunti altri materiali naturali ispirati ai temi dell’esposizione mondiale, dal cibo, ai semi del mondo, al mare. Due collezionisti americani ne hanno addirittura chiesto l’acquisto, valutando l’opera 2mila euro a metro quadro (50mila euro) e prospettando l’eventualità di esporla in gallerie d’arte negli Usa. L'artigianato artistico in Sardegna è realtà vivissima, che calamita l'attenzione dei visitatori più attenti a quanto di straordinario la nostra isola propone.

Un gioco collettivo.

E il tessere, il cucire, con Maria Lai e non solo, è diventato arte vera. Il “tappeto sociale” è stato ideato e voluto da Daniela Ducato, imprenditrice sarda e ambasciatrice dell'isola all'Expo milanese. L'idea nasce dal nido, l'oggetto simbolo portato all'Expo dalla Ducato, «una casa perfetta costruita con terra, lana e fibre vegetali. Il tappeto lo considero una sorta di nido collettivo, dove i materiali raccontano i luoghi della Sardegna e del mondo, che nasce da una sorta di gioco collettivo». Seguendo il tema dell’Expo il tappeto contiene semi di cacao proveniente dal Ruanda, chicchi di caffè che arrivano dal Burundi e dall’Uganda, il riso del Laos, ma anche tè, vaniglia, semi della vite, legumi e cereali, zenzero, insieme a terra cruda, paglia e lana di mare, un elemento tessile che deriva dalla poseidonia spiaggiata.

Materiali naturali.

Un insieme di materiali naturali che sono stati portati a piacimento da chi ha partecipato all'operazione, con una sola eccezione: proibito proporre elementi derivanti dal petrolio. Il tappeto sociale fa parte del progetto “LANArrazione”, esperimento che punta, con il coinvolgimento del maggior numero possibile di persone, a celebrare la presenza della Sardegna a Expo con un messaggio forte e di compartecipazione, celebrando l’identità isolana, della quale trame e tessuti rappresentano uno dei tratti più caratterizzanti e radicati.

L'operazione di tessitura è iniziata il 3 settembre contemporaneamente a Cagliari, presso l'oratorio del Santissimo Crocifisso, in piazza Sella ad Iglesias e a Gonnosfanadiga in piazza Vittorio Emanuele.

La scelta di Iglesias e Gonnosfanadiga è simbolica, poiché entrambe sorgono su una porzione di terra che si stima esser stata la prima parte di Sardegna ad affiorare dal mare.

Gonnosfanadiga poi è il paese italiano che ha il primato nazionale di densità di piante di olivo per abitante e l'olivo, si sa, simboleggia la pace. Poi il tappeto ha viaggiato su rotaia da San Gavino Monreale ad Olbia e i vagoni del treno si sono si trasformati in temporanei opifici, coinvolgendo i viaggiatori-artigiani. Quindi ci sono state tappe a Sassari ed Oristano.

Verso l’Expo.

Poi il tappeto si è fatto volante ed ha raggiunto Milano con un volo di linea. A bordo è continuata la tessitura che ora va avanti in questi giorni all'Expo, dove il tappeto sociale continua a crescere grazie ai visitatori-tessitori, che vengono coinvolti affinché lascino traccia della loro firma tessile. Tra loro anche dei monaci buddisti che hanno inserito nel tappeto dei chicchi di una rara qualità di riso che rischia l'estinzione.

Prima di cominciare il loro lavoro manuale i monaci hanno pregato, recitando i loro mantra cantilenanti, dando vita ad un'estemporanea cerimonia propiziatoria. Ed hanno contribuito alla sua creazione anche alcuni giocatori della Dinamo, insieme all'allenatore Meo Sacchetti. Ma il tappeto sociale non si è fermato solo dentro gli spazi dell'Esposizione Universale: ha visitato anche le periferie milanesi, biblioteche, mercati rionali e negozi.

Il ritorno nell’isola.

Da domani ritornerà in Sardegna, dove la tessitura proseguirà sino al 30 settembre. Farà tappa alla Mem di Cagliari, a Baunei, Sorradile, Nuoro e Orani, in omaggio a Costantino Nivola. Quindi il tessuto sarà rifinito e assemblato. Nonostante l'intera operazione non abbia alcuna velleità artistica, ma nasca piuttosto da un'intenzione ludica, l'operazione e l'oggetto hannosuscitato l'interesse di alcuni collezionisti americani e cinesi, che hanno offerto cifre importanti per poterne entrare in possesso.

Ma sembra che il tappeto non sia in vendita, e non lo sarà neppure in futuro. La destinazione finale sarà una sorpresa per tutti e sarà preceduta da una serie di mostre itineranti.

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