La Nuova Sardegna

Renzi: «La cultura è un grande terreno di sfida»

di Jacopo Salvadori
Renzi: «La cultura è un grande terreno di sfida»

Il premier al Mibact per la presentazione dei nuovi direttori dei principali musei italiani

16 settembre 2015
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ROMA. Serve un nuovo modello di museo. Lo ha detto ieri il presidente del Consiglio Matteo Renzi durante la presentazione ufficiale dei nuovi 20 direttori dei musei che si è tenuta al Ministero dei beni culturali. «Ora è il momento di una nuova sfida – ha spiegato Renzi – affermare un modello di museo tipico del mondo occidentale e anglosassone, non solo francese, e meno ancora italiano. Una scommessa testimoniata dalle oltre 1.200 domande che abbiamo ricevuto per il bando pubblico e dalle 105 selezionate per i colloqui finali per ottenere i 20 posti di direttore di museo».

Per il premier, i musei dovrebbero essere più aperti all’innovazione e dovrebbero cercare di venire più a contatto con i cittadini. Nel suo intervento alla presentazione ha citato l’esempio dell’elettrice palatina Anna Maria Luisa de’ Medici, l’ultima della casata fiorentina, «che decise di lasciare l’intero patrimonio della famiglia allo Stato e quindi ai cittadini. La cultura non deve essere periferica – ha continuato il premier – ma al centro di tutto perché il patrimonio culturale è simbolo di identità e appartenenza». «Bisogna tornare a credere che l’Italia – ha aggiunto – non è un paese finito e i musei possono darci questa fiducia. Specialmente in questo periodo in cui tutti i segni meno stanno diventando positivi, come ci dicono i dati sulla produzione industriale, sull’occupazione».

Il ministro del Mibact Dario Franceschini ha invece parlato dell’aspetto tecnico delle nomine. «Questo non è l’inizio, è la conclusione di un percorso iniziato un anno fa. Il nostro obiettivo – ha spiegato – è sempre stato quello di rendere più autonomi i musei, slegandoli dai poli museali regionali e dando loro un’autonomia scientifica e gestionale. In questo modo i musei possono amministrare le loro finanze, incassando così i soldi dei biglietto che hanno venduto. Una cosa che prima non era possibile fare».

Il ministro Franceschini ha anche attaccato chi lo ha criticato per la nomina dei nuovi direttori, visto che sette non sono italiani ma provengono dall’Unione europea. «Per la selezione dei candidati, abbiamo esaminato i curricula. Non siamo stati a guardare la provenienza o il sesso».

I nomi dei venti neodirettori presentati ieri sono già noti dal 18 agosto: Anna Coliva alla Galleria Borghese (Roma); Eike Schmidt alle Gallerie Degli Uffizi (Firenze); Cristiana Collu alla Galleria nazionale di arte moderna e contemporanea (Roma); Paola Marini alle Gallerie dell'Accademia di Venezia; Sylvain Bellenger al Museo di Capodimonte (Napoli); James Bradburne alla Pinacoteca di Brera (Milano); Mauro Felicori Reggia di Caserta; Cecilie Hollberg alla Galleria dell'Accademia di Firenze; Martina Bagnoli alla Galleria Estense (Modena); Flaminia Gennari Santori alle Gallerie Nazionali di arte antica (Roma); Peter Aufreiter alla Galleria Nazionale delle Marche (Urbino); Marco Pierini alla Galleria nazionale dell'Umbria (Perugia); Paola D'Agostino al Museo nazionale del Bargello (Firenze); Paolo Giulierini al Museo Archeologico nazionale di Napoli; Carmelo Malacrino al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria; Eva Degl'Innocenti al Museo Archeologico nazionale di Taranto; Gabriel Zuchtriegel al Parco Archeologico di Paestum; Peter Assmann al Palazzo Ducale di Mantova; Serena Bertolucci al Palazzo Reale di Genova; Enrica Pagella al Polo Reale di Torino.

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