La Nuova Sardegna

Sanna: sconti in bolletta se l’acqua non è potabile

di Vincenzo Garofalo
Sanna: sconti in bolletta se l’acqua non è potabile

A presentare la svolta il sindaco di Sassari, che è anche il presidente di Egas Abbanoa taglierà in modo automatico il costo in caso di servizio non adeguato

15 settembre 2015
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SASSARI. Soddisfatti o rimborsati. Se l’acqua che sgorga dai rubinetti dei sardi non sarà potabile, le bollette di Abbanoa saranno più leggere. La svolta epocale che placherà l’ira degli utenti di mezza Sardegna, da anni costretti a fare i conti con acque giallastre, torbide, o condite con manganese, alluminio, nitriti, è stata annunciata ieri dal sindaco di Sassari, e presidente di Egas (l'ente gestore delle acque nell’isola), Nicola Sanna.

«È una discussione che ho introdotto già nel corso delle mie prime riunioni del comitato», precisa il primo cittadino sassarese.

«Adesso stiamo codificando con precisione un sistema tariffario da applicare in maniera automatica alle bollette dell’acqua, qualora la fornitura non rispetti la qualità garantita». Se quindi Abbanoa lancerà in rete acqua non potabile, agli utenti sarà riconosciuto un adeguato sconto in bolletta.

Una rivoluzione epocale per l’intera Sardegna, dove non si conta più il numero dei Comuni che agognano l’acqua potabile tutto l’anno. Dal Nuorese alla Gallura, passando per Sassari, le battaglie dei cittadini contro Abbanoa per avere l’acqua potabile o perlomeno uno sgravio sulle bollette ha attraversato tutta l’isola. Sassari in particolare è un vero e proprio caso emblematico. Da anni i diversi quartieri del capoluogo sono costretti, a turno, a rinunciare al prezioso liquido, o devono limitarsi a usarlo solo per lavarsi.

Al centro storico è vietato bere l’acqua del rubinetto da ben quattro mesi. Le sistematiche ordinanze del sindaco parlano chiaro: «L'acqua non può essere bevuta né utilizzata per la preparazione degli alimenti. Può essere usata per il lavaggio di frutta e verdura e per tutti gli usi igienici, compresa la pulizia personale».

E i motivi sono elencati altrettanto limpidamente: «A seguito dei controlli compiuti dal dipartimento di Prevenzione - servizio Igiene degli alimenti e della Nutrizione della Asl, è emerso che l'acqua della condotta non è conforme ai parametri alluminio, manganese, ferro, nitriti, colore e torbidità e dunque è inadatta al consumo diretto umano».

Una nenia che si ripete di settimana in settimana, di mese in mese, in fotocopia in decine di località, in tutta l’isola.

Disagi che hanno causato una mezza rivolta popolare a Porto Torres, dove i cittadini hanno lottato per mesi con acqua color limonata e maleodorante e solo a giugno hanno iniziato a vedere zampillare dai rubinetti un po’ di trasparenza.

Ma la situazione è ancora critica, tanto che l’associazione di cittadini “Civiltà è Progresso”, ha giurato ad Abbona una denuncia per «attentato alla salute pubblica».

Ma in molte località della Sardegna è stata un’estate avvelenata: le ordinanze dei sindaci per il divieto al consumo dell’acqua si sono ripetute come un tam tam a Calangianus, Loiri Porto San Paolo, Mogoro, Guspini, Bugerru, Siniscola. Acqua non pagata alla stessa tariffa dell’acqua potabile. Finora.

Per il futuro Egas ha annunciato che se i sardi non avranno un’acqua più pulita, potranno avere almeno una bolletta meno salata.

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