La Nuova Sardegna

Santa Teresa ci crede: ecco l’area marina protetta

di Serena Lullia
Santa Teresa ci crede: ecco l’area marina protetta

In arrivo una nuova zona di tutela che va da Capo Testa a Valle dell’Erica Il sindaco Stefano Pisciottu: nuotare con le cernie sarà la nostra ricchezza

14 settembre 2015
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SANTA TERESA. Il tesoro riposa sotto il mare. Un forziere di bellezza, pesci, piante, rocce, che il Comune vuole difendere dai predoni. Lo strumento che ha scelto per proteggere i suoi gioielli è l’area marina protetta di Capo Testa-Punto Falcone. Non una opera d’arte sigillata in una teca. Potrà essere ammirata, vissuta e goduta, ma seguendo rigide regole.

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L’amministrazione, insieme all’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale ha buttato giù una bozza di zonizzazione. Fuori dal burocratese significa che il mare di Santa Teresa, dal confine con Aglientu a Valle dell’Erica è stato diviso in aree da tutelare. In base alla fragilità ambientale, alle specie animali che hanno messo su casa, alle finalità turistiche, a ognuna è stata assegnata una lettera. A cui corrisponde ciò che in futuro si potrà fare e ciò che sarà vietato. Una sola l’area di riserva integrale, al largo di Capo Testa, alla secca del Diavolo. È la zona rossa, un santuario in cui sarà vietato navigare, pescare, ormeggiare, fare immersioni e visite guidate. Il Comune vuole trasformarla in una nursery del mare.

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Le zone di tutela. Tutta l’area intorno a Capo Testa, già Sic (sito di interesse comunitario), è stata classificata come B. Consentito fare il bagno e navigare a remi. Regolamentata la navigazione a motore e l’ancoraggio. Autorizzato l’ormeggio, la piccola pesca artigianale per i residenti, la pescaturismo, ricreativa e sportiva, immersioni e whale watching. Vietata la pesca subacquea. Stesse prescrizioni per una seconda zona B, da La Balcaccia a Punta Falcone. Tutto il resto viene classificato con la lettera C. I divieti riguardano la pesca subacquea, l’acquascooter e lo sci nautico. Consentite, ma solo dopo il rilascio delle autorizzazioni pesca, immersioni, trasporto di passeggeri e visite guidate.

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La novità. Nella bozza dei confini della futura Amp, da cui sono esclusi la penisola di Coluccia, la foce del Liscia e il fiordo di Porto Pozzo, è stata introdotta una zona b minuscola. Comprende un tratto di mare davanti alla spiaggia di Rena Bianca e parte della costa. In quell’area saranno consentite quasi tutte le attività: balneazione, snorkeling, navigazione a remi, ormeggio e ancoraggio con autorizzazione, ma sarà vietata la pesca e il prelievo di qualsiasi esemplare. «In una zona a portata di bracciata intendiamo creare l’effetto Lavezzi, dove le persone si immergono per nuotare con le cernie – commenta il sindaco Stefano Pisciottu –. Quella sarà la nostra vera ricchezza».

Pesca subacquea addio. Nell’area protetta non si potranno imbracciare i fucili. «La pesca subacquea non è consentita in nessuna Amp – spiega Pisciottu –. Ma capiamo le preoccupazioni emerse anche in fase di presentazione delle osservazioni. Siamo pronti a ragionare con il ministero, magari pensando di restringere i confini per ricavare uno spazio da dedicare a questa attività».

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La filosofia. Il Comune è sicuro che l’Amp non affonderà il turismo. «Sono convinto che sia una grande risorsa – aggiunge –. La conservazione delle specie generata da alcuni vincoli, il cosiddetto effetto riserva, avrà una serie di ricadute turistiche. Questo è uno strumento che ci consente di governare il nostro mare, di preservarlo e allo stesso tempo di renderlo fruibile. A disposizione di un turismo non di predazione, ma di godimento delle bellezze. Santa Teresa si trova in una posizione delicata. Tra il parco nazionale dell’arcipelago di La Maddalena e il costituendo Parco internazionale delle Bocche di Bonifacio. Restare fuori da questo processo sarebbe un delitto».

Verso l’Amp. A passo svelto verso il decreto di istituzione. Il 20 agosto è stato il termine ultimo per presentare le osservazioni alla bozza di zonizzazione. «Ne abbiamo ricevuto diverse – mette in evidenza Pisciottu –. Ora abbiamo il compito di farne una sintesi e portarle all’attenzione dell’Ispra. Sulla base delle richieste arrivate faremo un incontro a ottobre al ministero e valuteremo insieme eventuali modifiche. A quel punto ci sarà la proposta di decreto istitutivo. Seguirà poi un altro momento di condivisione con la comunità». E agli oppositori che chiedono un referendum il sindaco risponde. «Abbiamo vinto le elezioni mettendo l’Amp come uno dei primi punti del nostro programma. Il 64% delle preferenze credo valgano più di un referendum».

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