La Nuova Sardegna

Mamoiada si ribella: dopo i falsi su Ebay si rivolge alla Finanza

di Mattia Sanna
Mamoiada si ribella: dopo i falsi su Ebay si rivolge alla Finanza

Il sindaco del paese barbaricino è pronto ad azioni legali Il marchio non basta: «Difendiamoci dai continui saccheggi»

06 settembre 2015
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MAMOIADA. La svendita dei Mamuthones fa esplodere le reazioni della comunità delle maschere. Il sindaco del paese barbaricino Luciano Barone è pronto a rivolgersi alla guardia di finanza per capire se il marchio depositato qualche anno fa possa tutelare in qualche modo l’immagine simbolo del paese.

In passato si tentò perfino di portare avanti una sorta di tutela legale anticipata, diffidando chiunque facesse un utilizzo improprio o abusasse dei tratti caratterizzanti dei Mamuthones e degli Issohadores. Eppure, evidentemente non è bastato. Per questo motivo, il primo cittadino ha deciso di rivolgersi direttamente alle fiamme gialle, per valutare con qualche elemento in più quale strada intraprendere. «Per avere contezza effettiva - spiega l’amministratore - del peso reale di questo famigerato marchio. In buona sostanza - aggiunge Barone - vorrei capire se e quanto ci salvaguarda e quale azioni è più opportuno intraprendere per proteggere la nostra eredità più preziosa da continui saccheggi e depredamenti». Come accaduto in altre occasioni, anche stavolta, puntuale come un orologio svizzero, è letteralmente esplosa, quasi come fosse un solo, unico grido, la replica a più voci del borgo barbaricino. Una reazione unanime, concorde, sollevatasi a difesa della storia di un popolo, dal passato glorioso, dalle tradizioni inestimabili, dal patrimonio immenso. Un patrimonio fatto di radici solide, di riti e liturgie, che giungono da anni lontani.

«Dobbiamo stare allerta rispetto alle pericolosità della rete» sostiene Sara Muggittu, blogger e fotoreporter, particolarmente attenta alle tematiche, che toccano da vicino il proprio paese e promotrice del dibattito costruito attorno alla svendita dei Mamuthones. «Il web è certamente un’opportunità ma dietro si celano tentativi più o meno mascherati di truffe e raggiri, che colpiscono l’ignaro utente e consumatore e che rischiano di danneggiare pesantemente il trascorso di una realtà antica, gelosa delle proprie tipicità. Le istituzioni, dunque, devono fare la propria parte, non fermandosi ad una semplice segnalazione».

Pertanto, il rischio è quello di trovarsi associato ad una “visera” il nome di Orgosolo, oppure quello di avere di fronte una rappresentazione lignea etnica, magari anche di pessima fattura, dichiarata come mamoiadina, oppure ancora quello di pagare a caro prezzo esemplari privi di valore, ritenendoli di epoca risalente. La soluzione semplice e logica, allora, è quella di rivolgersi direttamente ai laboratori artigiani di Mamoiada, alle sapienti maestranze del posto, recandosi in loco e profittando così dell’occasione per fare un bel giro nel cuore della Sardegna, andando a visitare le numerose bellezze, che può offrire.

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