La Nuova Sardegna

Truffa allo Stato, indagati 3 sindacalisti

Truffa allo Stato, indagati 3 sindacalisti

L’accusa: percepivano stipendi superiori alle mansioni. Nei guai anche altri dipendenti della società che gestisce la miniera

05 settembre 2015
2 MINUTI DI LETTURA





CAGLIARI. Nuovo scandalo alla Carbosulcis, la società della Regione che gestisce la miniera di Nuraxi Figus, l’ultima dell’isola. Una montagna di documenti sarebbe nelle mani della Procura di Cagliari e del sostituto Marco Cocco, titolare del fascicolo aperto sui mega-stipendi alla Carbosulcis. L'ipotesi è quella di truffa ai danni dello Stato, visto che la società mineraria - ormai da anni in crisi - è interamente controllata dal pubblico. Prima i carabinieri e poi la polizia hanno acquisito ulteriore documentazione dagli archivi della società di Nuraxi Figus: ora la palla passa agli investigatori della Procura che dovranno capire la ragione degli importi contenuti in alcune buste paga.

Indagati. Tra i dipendenti finiti nel registro degli indagati ci sono anche alcuni rappresentanti dei lavoratori, i sindacalisti Giancarlo Sau (Cgil), 60 anni di Sant'Antioco, Luigi Marotto (Cisl), 58 di Carbonia, e Stefano Meletti (Uil), 52 di Gonnesa. Quest'ultimo era stato protagonista, tre anni fa, di un clamoroso gesto in diretta tv: durante l'occupazione dei pozzi, a 400 metri di profondità, si taglio le vene. Secondo l'ipotesi investigativa i tre avrebbero percepito stipendi superiori alle mansioni realmente ricoperte in azienda. Indagato anche Mauro Antonio Cuccu, 62 anni di Tratalias, responsabile del personale sino a qualche tempo fa, più altri dipendenti del settore amministrativo.

Le altre inchieste. Ma le attenzioni della Procura sulla Carbosulcis non si fermano alla vicenda degli stipendi: altri fascicoli sono aperti e già assegnati sia al pubblico ministero Cocco che al collega Gaetano Porcu, già titolare dell'altra maxi inchiesta che ha portato - di recente - al rinvio a giudizio di 12 dirigenti della società accusati a vario titolo di abuso d'ufficio per appalti sulla manutenzione, acquisto di apparecchiature rimaste poi inutilizzate nello stabilimento di Nuraxi Figus, a Gonnesa. La Procura ritiene che siano stati affidati senza appalto beni e servizi per 40 milioni di euro. Tra gli altri fascicoli al vaglio dei magistrati anche uno riguardante l'indennità di sottosuolo che sarebbe stata distribuita anche agli impiegati amministrativi che non scendevano in miniera. Ieri gli agenti hanno ispezionato gli uffici della società mineraria di Nuraxi Figus. Dall'archivio avrebbero portato via il materiale che registrava rimborsi e ricevute di pagamento che poi - secondo l'ipotesi investigativa - andavano a rinforzare, anche pesantemente, le buste paga di alcuni dipendenti rispetto al normale stipendio.

Reazioni. Cisl in allarme per l’inchiesta. «Confidiamo – dichiara la segretaria generale Oriana Putzolu - nell’operato della magistratura perchè sia fatta, celermente, piena e totale luce sui fatti». «Solo i fatti possono stabilire la veridicità di quanto riportato in questi giorni dalla stampa», afferma Putzolu, nel ribadire «il diritto alla presunzione di innocenza per tutte le persone coinvolte, sindacalisti compresi, fino a sentenza contraria della magistratura».

Comune

Sassari, terremoto politico in giunta: fuori l’ex M5S Laura Useri

Le nostre iniziative