La Nuova Sardegna

«Una grande svolta epocale»

di Giacomo Mameli
«Una grande svolta epocale»

Il filosofo Remo Bodei analizza un processo che investe il pianeta intero

04 settembre 2015
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La cronaca ci fa toccare con mano che sta avvenendo l'esatto contrario di quanto, nel 1992, aveva previsto Francis Fukuyama col suo libro “Fine della Storia”. Perché – commenta Remo Bodei al telefono in treno fra Torino e Bologna – si sta operando e si è in parte operata nel mondo una gigantesca redistribuzione dei poteri. Fukuyama pensava che il propagarsi delle democrazie occidentali si sarebbe estesa all'universo mondo. Sappiamo che così non è avvenuto. Prima le due superpotenze mondiali – Stati Uniti e Urss – riuscivano a tenere a bada i propri satelliti. Oggi no. Piccoli territori si impongono. Stiamo assistendo a un travaso di dislivelli. Pur con i guai finanziari di questi giorni la Cina è un gigante economico, lo è l'India, lo stanno diventando il Sud Africa e il Brasile. E così l'agenda economica non la dettano più né la Casa Bianca né il Cremlino. Tutto cambia. I Paesi un tempo più ricchi perdono posizione, l’acquistano quelli ex poveri».

E l'Europa, di giorno in giorno sempre più slabbrata, sta a guardare.

«È un paradosso. Perché l'Europa è un gigante con 510 milioni di abitanti dal Circolo polare artico a Malta. Ha un Pil superiore a quelli di States e Russia. Ma è un nano politico a conflittualità crescente. Lo vediamo con le non politiche per le migrazioni. È davvero assurdo che davanti a un dramma che ci mortifica ogni giorno l'Europa politica pensi di affrontare il tema-migrantes alla fine di settembre. Cosa vuol dire? Che non esistono emergenze? Che per tutto settembre il Mediterraneo continuerà a essere un grande cimitero galleggiante senza nomi e senza croci, un mare di sterminio anche di bambini? Anche l'Onu rinvia alla fine delle ferie. Siamo all'assurdo. È come se fosse scomparsa l'humanitas»

Viene a mancare, nel secolo della globalizzazione, la politica degli Enti globali, Onu o Ue poco importa.

«Emerge in modo prepotente, e preoccupante, una sindrome di insicurezza globale. La Siria può fare ciò che vuole? Chi l'ha armata? Non c'è una tac politica che oggi possa essere esaustiva. Che fare davanti all’Isis che distrugge vite e monumenti? Che fare davanti all'Ungheria che erige cortine di filo spinato? La Slovacchia crea barriere interne. E la muraglia fra Stati Uniti e Messico? E i confini fra Israele e Giordania? E fra le due Coree? L'Onu è impotente, non governato dai Grandi. Nulla fa. Chi dovrebbe intervenire davanti a questi cataclismi epocali? Il Consiglio comunale di Pitigliano, quello di Maracalagonis? Oggi non si conoscono né le funzioni né i limiti delle istituzioni globali. Gli Stati che vengono – diciamo – invasi non sono in grado di dettare regole. Possibile che davanti a esodi che il mondo non ha mai conosciuto in queste dimensioni, il Palazzo di Vetro, il Parlamento di Strasburgo non battano un colpo? Che temporeggino? Un autunno di naufragi? Per poi decidere cosa?»

Decideranno di arrestare gli scafisti.

«Certificato che gli scafisti sono autentiche carogne, occorre tener conto che esistono perché ci sono i migranti, chi fugge dalle guerre, dai tagliagola e dalla fame. Il problema è da risolvere, comunque da affrontare, da governare politicamente a monte. Perché i travasi saranno inarrestabili. È evidente che non tutti i migranti possono essere accolti. Politica cercasi».

Intanto esplodono, incrementando le proprie truppe cammellate, populismi e populisti.

«Francia docet con Marine Le Pen. Idem in Italia con Matteo Salvini. Così in altri Paesi europei ma anche negli States verso i messicani. Crescono i populismi e la xenofobia anche perché il mondo non è stato educato né preparato a questo terremoto sociale. L'altruismo è calpestato da forme di egoismo arrogante. Chi si aspettava, per toccare un altro tasto, l'esplosione dei conflitti religiosi nelle forme che la cronaca spiattella? Le risposte sono sconfortanti: l'opulenta California nega agli immigrati regolari l'assistenza sanitaria e l'istruzione».

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