La Nuova Sardegna

Il colpo record a Serrenti nel 2014

Un gruppo di fuoco aveva seminato il terrore ed era fuggito con 5 milioni di euro

03 settembre 2015
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SASSARI. Era già accaduto un anno e mezzo fa e anche in quell’occasione si era rischiata la strage. Non è la prima volta che un commando armato di tutto punto entra in azione in pieno giorno sulla strade dell’isola, spara all’impazzata e poi sparisce con una barca di soldi.

Il 21 marzo del 2014 un commando composto da almeno sette banditi era entrato in azione nel cantiere infinito tra Serrenti e Sanluri. Una manciata di minuti di terrore: volto coperto da passamontagna e armati di fucili d’assalto, i banditi erano riusciti a portare via cinque milioni di euro. I soldi rubati servivano per pagare stipendi di dipendenti statali e pensioni. Il commando aveva assaltato un furgone portavalori della Cooperativa “Vigilanza Sardegna”, seguito da un altro blindato in appoggio, sparando una ventina di colpi (tanti i bossoli ritrovati) per indurre i cinque vigilantes a non opporre resistenza. Come due giorni fa a Campeda la tempesta di fuoco abbattutasi sul furgone “caveau” che trasportava i soldi non aveva fortunatamente colpito nessuno dei tre vigilantes, salvati dai cristalli blindati che avevano retto ai proiettili dei kalashnikov.

A giugno del 2010 un commando armato composto da almeno sei persone era entrato in azione alle otto del mattino nella stradina che collega Villanova Strisaili a Lanusei. I malviventi avevano bloccato il furgone portavalori della «Metropol sarda» che, partito carico di banconote da Nuoro, aveva appena depositato 20mila euro all'ufficio postale del piccolo paese ogliastrino. Poco dopo era stato speronato da un Land Rover Discovery. I rapinatori avevano puntato una doppietta e una mitraglietta M12 contro il blindato, uno dei rapinatori era salito sulla cappotta, con un piccone aveva spaccato il bocchettone di aerazione e versato della benzina minacciando i tre vigilantes di dar fuoco al mezzo. Le guardie erano scese dal furgone, legate mani e piedi con del filo elettrico, sulla testa sacchi di juta. Poco dopo i malviventi erano fuggiti con 500mila euro. Per quella vicenda era finito nei guai il capo scorta della società di vigilanza Metropol sarda, accusato inizialmente di concorso in rapina. A luglio di quest’anno l’uomo è stato assolto dal tribunale di Lanusei per non avere commesso il fatto.

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