La Nuova Sardegna

La giunta ha deciso: via i quattro consiglieri

di Luca Rojch
La giunta ha deciso: via i quattro consiglieri

Efisio Arbau, Michele Azara, Gavino Sale e Modesto Fenu lasceranno l’aula Il presidente Eugenio Lai: ratificata la decisione del Consiglio di Stato

02 settembre 2015
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CAGLIARI. Poltrone esplosive. Con disinvoltura maneggiano la polvere pirica della decisione del Consiglio di Stato. La Giunta per le elezioni non può fare altro che prendere atto della sentenza e mandare a casa Efisio Arbau, Michele Azara (La Base), Gavino Sale (Irs) e Modesto Fenu. Una scelta quasi obbligata. «Una presa d’atto» come spiega Pietro Pittalis (Fi) uno dei componenti della giunta.

La scelta. Al loro posto entrano in aula Pierfrano Zanchetta e Antonio Gaia (Upc), Gianfranco Contu (Pds). Il quarto, Giovanni Lampis (FdI) potrà prestare giuramento e insediarsi solo dopo il voto dell’assemblea, che può funzionare anche con 59 consiglieri, come aveva sottolineato il costituzionalista Massimo Luciani nel parere richiesto dal Consiglio. In altre parole nella sua decisione la giunta si limita a proporre il nome del quarto che dovrà essere ratificato dall’aula. Una mossa forse per condividere questa decisione, oltre che per rispettare la legge.

Meccanismo complicato. Come spiega il presidente della giunta Eugenio Lai (Sel) «abbiamo agito nel modo più imparziale possibile. Di fatto ci siamo trovati a ratificare una decisione dei giudici. Non credo avessimo tanta autonomia». E che la decisione fosse più o meno scontata lo si era capito dalla mattina. Quando la riunione dei capigruppo aveva stabilito la convocazione del consiglio regionale per martedì. Primo punto all’ordine del giorno la surroga dei consiglieri. La giunta ha deliberato dopo le 18. «Credo che la decadenza dei quattro fosse scontata dopo il pronunciamento del tribunale – spiega Pittalis –. Il nostro compito non poteva essere che dare seguito a quanto arrivava dal Consiglio di Stato. Con l’eccezione del quarto consigliere, la cui scelta dovrà essere ratificata dall’aula».

La pioggia di ricorsi. Ma che le poltrone di via Roma diventino sempre più oggetto di guerre di tribunale sembra scontato. È pronta una valanga di ricorsi. Lo ha annunciato l’ex sindaco di Buddusò Giovanni Satta, quota Uds, lo prepara il sindaco di San Nicolò Arcidano Emanuele Cera (Fi), lo porta avanti l’ex capogruppo del Pd nella precedente legislatura Giampaolo Diana. Ma a questi se ne devono aggiungere almeno un altro paio. Dall’altra parte l’estromesso Efisio Arbau attende il pronunciamento della Cassazione a cui si è rivolto. Dovrebbe arrivare entro dicembre.

Porte girevoli. Facile pensare cosa potrebbe accadere se l’ultimo grado di giudizio desse ragione ad Arbau e agli altri consiglieri estromessi. «Cambierebbe di nuovo il quadro – spiega Pittalis –, ma le scelte dell’assemblea resterebbero valide. Su questo non ci sono dubbi».

La legge. E sempre più forte si fa l’esigenza di cambiare la legge elettorale. In realtà basterebbe un leggero maquillage. «Non è tutta da buttare via – dice Pittalis –. Basterebbe venisse ripresa una mia proposta che avevo fatto proprio mentre questa legge elettorale veniva alla luce. È sufficiente mettere soglie di sbarramento per le coalizioni e all’interno di esse. Con regole certe non ci sarebbero spazi per interpretazioni e contenziosi».

Facile capire il riferimento di Pittalis. La maggior parte dei ricorsi che stanno per essere presentati si rifanno proprio a questo aspetto della legge. In molti sono certi della conquista del secggio con il riconteggio delle schede.

Lodo Dessena. E puntuale è arrivata la prima osservazione. Spetterebbe a Giuseppe Dessena (Sel), invece che ad Antonio Gaia (Upc), uno dei due seggi che il Consiglio di Stato ha assegnato all’Upc. Almeno secondo il costituzionalista Massimo Luciani. Il parere è sul tavolo della giunta. Per Luciani dei tre seggi contestati, assegnati alla maggioranza, uno andrebbe all’Upc (con 3.443 resti), un altro a Sel (con 2.578 resti) e l’altro al Partito dei Sardi (con 1.668 resti).

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