La Nuova Sardegna

“Castelli di sabbia & Il Topo” al museo Nivola

“Castelli di sabbia & Il Topo” al museo Nivola

A Orani dal 5 in mostra i risultati delle residenze d’artista e il progetto del collettivo artistico milanese

02 settembre 2015
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ORANI. La mostra “Springs #1: Philip Topolovac. Niemandsland”, a cura di Mark Gisbourne, è il risultato del primo ciclo di residenze per artisti proposto dal museo che comprende l’elaborazione di un progetto espositivo a Orani. Il nome del programma richiama la zona di Long Island dove Costantino Nivola visse a partire dal 1948, trasformando un’antica casa rurale e il podere circostante in un luogo di residenza, creazione e condivisione. Il progetto espositivo “Castelli di sabbia & Il Topo” è invece organizzato dal collettivo di artisti e dall’artist-run magazine “& Il Topo”, nato nel 1992 come spazio autonomo per la diffusione di progetti artistici. Il collettivo ha visto il coinvolgimento di artisti quali Art Club 2000, Vanessa Beecroft, Mark Dion, Maurizio Cattelan, Dominique Gonzales Foerster. In occasione della mostra al Museo Nivola verrà presentato un numero speciale della rivista nato da una open call rivolta ad artisti e architetti del territorio sardo.

Nato a Napoli, morto a Milano e risorto sparso, unico e molteplice, “& Il Topo” è oggi un movimento portatore di un’attitudine sovversiva e libertaria, il cui modus operandi, a volte sottilmente polemico, non conosce ruoli definiti né stili personali. Il collettivo conta una buona ventina d’artisti, un gruppo fluido di bucanieri, che si riunisce per progetti specifici, spesso coinvolgendo solo alcuni membri che lavorano senza gerarchie interne e senza rivendicazioni. La presenza di “& Il Topo” è contestuale, si adatta e manifesta sotto molteplici forme cui l’unica costante è la celebre rivista omonima, dal 1992 invariabilmente stampata in nero su carta riciclata grigia. Una rivista d’artista basata sulle idee d’inclusione e di partecipazione, da cui la & di congiunzione del titolo: sempre in binomio, qualche cosa o qualcuno & Il Topo.

La diffusione era – e per lo più rimane – clandestina. La sua circolazione è frutto d’ incontri fortunati, di sottoscrizioni sul modello d’abbonamento e di presentazioni pubbliche più ortodosse ed ufficiali. Lo stesso si può dire per il suo modo di produzione: saltuario e frutto d’incontri fortunati.

Oltre a presentare il prodotto della collaborazione tra gli artisti sardi e Il Topo, il museo presenta una carrellata retrospettiva di immagini, documenti e opere originali che hanno abitato le pagine della rivista dal 1992 ad oggi.

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