Alghero, il parco di Abbado davanti al Lazzaretto pieno di spazzatura
Ai lati della stradina che conduce alle calette mozzafiato sulle quali si affaccia anche la villa che il maestro acquistò nel 1968 l’inciviltà ha superato se stessa
ALGHERO. Rifiuti di ogni tipo ed escrementi ricoperti da fazzoletti e salviette appese, quasi fosse una decorazione, tra i rami della macchia mediterranea a pochi metri dal mare. Il profumo del cisto, tipico dell’isola, ricoperto da un odore nauseante.
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Bisogna trattenere il fiato e coprirsi gli occhi per attraversare indenni la stradina bianca che costeggia il parco del Lazzaretto, quello realizzato dal maestro Claudio Abbado, compreso tra la scogliera e la vecchia strada sterrata di penetrazione agraria, diventato un segno di prestigio per tutta la Riviera del Corallo.
Ai lati della stradina che dalla spiaggia principale del Lazzaretto (tra le più belle e famose di Alghero) conduce alle calette mozzafiato sulle quali si affaccia anche la villa che Abbado acquistò nel 1968, l’inciviltà umana ha superato se stessa. Ai bordi del parco che il maestro d’orchestra realizzò con una straordinaria operazione di riqualificazione di tutta la macchia mediterranea con oltre mille specie (36 di sole palme) i frequentatori della spiaggia gettano quotidianamente di tutto. E in tanti utilizzato i cespugli di cisto come servizi pubblici. Poi, prima di tornare in spiaggia, abbandonano fazzoletti e salviette sui rami o per terra.
L’ingresso della spiaggia principale purtroppo non è più accogliente. Chi si occupa del servizio di raccolta probabilmente non tiene conto del fatto che in pieno agosto, con tante persone in spiaggia, sei piccoli bidoni della spazzatura si riempiano in fretta. E il resto dei rifiuti finisce sulla spiaggia.