La Nuova Sardegna

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Ricatti su Facebook arrestati due giovani

di Luciano Onnis
Ricatti su Facebook arrestati due giovani

SAMASSI. Cerca su Facebook un contatto per fini sessuali, ma finisce nelle grinfie di due presunti estorsori che minacciavano di divulgare l'approccio, nel quale era peraltro coinvolta, senza che lui...

22 agosto 2015
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SAMASSI. Cerca su Facebook un contatto per fini sessuali, ma finisce nelle grinfie di due presunti estorsori che minacciavano di divulgare l'approccio, nel quale era peraltro coinvolta, senza che lui lo sapesse, una minorenne. I due estorsori sono finiti in manette.

Una brutta avventura per un pensionato in cerca di emozioni on line, che si sono invece rivelate una pericolosa trappola messa in piedi da malviventi.

Nei giorni scorsi un 68enne di Samassi si è presentato dai carabinieri del paese per denunciare un tentativo di estorsione ai suoi danni da parte di un giovane di Santu Lussurgiu, che pretendeva il pagamento di 1000 euro per non diffondere una relazione dell’anziano con una ragazza minorenne.

Tale relazione in verità non esiste, ma semplicemente si trattava di un contatto su un social network tra il denunciante ed una persona, presentatasi come una ragazza marocchina residente a Santu Lussurgiu, ma mai dichiaratasi minorenne, al quale la vittima avrebbe dato dei soldi in quanto in difficoltà.

L’interlocutore, invece, ha minacciato l’uomo di diffondere una notizia diversa e non vera, proponendo l’incontro alla stazione ferroviaria di San Gavino, appuntamento al quale si sono presentati anche i carabinieri che, atteso il passaggio dei soldi, hanno bloccato un cittadino marocchino, Amzan Hrimza, 19enne residente a Santu Lussurgiu con regolare permesso di soggiorno, celibe, disoccupato, pregiudicato, sedicente fratello della ragazza marocchina contattata su Facebbok, e Cosimo Firinu, 20enne, anche lui di Santu Lussurgiu, che aveva accompagnato in auto l’amico.

Sono in corso accertamenti per verificare l’esistenza della ragazza contattata sul social network, ovvero che non sia lo stesso marocchino che, per agganciare persone, abbia creato un falso profilo.

Da verificare anche se altri soldi in precedenza siano stati pagati sotto estorsione da altre vittime del ricatto on line.

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