La Nuova Sardegna

LA GESTIONE»VERSO UN PROGETTO REGIONALE

SASSARI. È come un film già visto. In un mondo che va di corsa la Sardegna mostra tutti i suoi ritardi nella gestione complessiva dei musei. Oggi tanti evidenziano progressi. Mettono in luce nuovi...

21 agosto 2015
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SASSARI. È come un film già visto. In un mondo che va di corsa la Sardegna mostra tutti i suoi ritardi nella gestione complessiva dei musei. Oggi tanti evidenziano progressi. Mettono in luce nuovi progetti. Espongono piani singoli di rilancio. Ma nessuno nega un fatto spiacevole: manca sempre una strategia globale. Non esistono vere sinergie. Le reti integrate restano un sogno impossibile. Così ognuno dei 225 poli espositivi è gestito a sé, o quasi. E molte vetrine straordinarie non fanno che appannarsi mentre frotte di visitatori non riescono a vederle in un quadro unico d’assieme.

Senza bussola e senza politiche condivise, il sistema è segnato da contraddizioni. Ciclicamente scosso da passioni e velleità che si scontrano poi con mille ostacoli. «Fuori mercato»: così lo definiscono numerosi operatori turistici. Ma i criteri commerciali com’è ovvio non sono i soli sui quali basarsi. Anzi: a volte è meglio partire proprio da punti di vista diversi. Basandosi sulla necessità di valorizzare e rendere “fruibili” i beni per la loro salvaguardia nel tempo.

Un esempio positivo in questo senso arriva da Genoni. «Con un massimo di 10,50 euro consentiamo un percorso integrato fra Parc, Geosito, Passeggiata sulla Giara e Museo dei cavallini – spiega Michele Zucca, direttore del Paleo-archeologico di Genoni – Ogni anno ospitiamo dalle 2.500 alle 3.000 persone. Nel frattempo abbiamo messo su un ciclo d’iniziative collaterali che stanno attraendo molti viaggiatori, convincendoli a venire dalle nostre parti. Dove del resto le bellezze non mancano di certo, visto che proprio da noi è custodito uno splendido fondale marino fossilizzato risalente al Miocene».

Più in generale, ad altre difficoltà, si aggiunge l’esigenza di ampliare e ammodernare le sale espositive. Come nel Sinis. Qui, sulla scia del restauro dei Guerrieri e delle nuove scoperte archeologiche nella vicina area del santuario, l’afflusso di visitatori è diventato imponente.

Così ai primi di agosto è arrivato l’annuncio tanto atteso: il Mibac ha stanziato 3 milioni. «Dopo un passato di tagli, ora come ministero investiamo di nuovo sul patrimonio culturale»: questo, in estrema sintesi, il commento della sottosegretaria Francesca Barracciu.

Così oggi parecchi sperano che si trovi presto una soluzione per guai di altro tipo. Ancora adesso ci sono infatti musei e spazi culturali introvabili per via della segnaletica stradale inadeguata. Persino Cabras, dove sono visibili i Giganti di Mont’e Prama, continua a non essere indicata sulla Carlo Felice: disastro che accomuna le due direzioni di marcia, da Porto Torres verso Cagliari e viceversa.

Del resto, si tratta di carenze ampiamente generalizzate nell’isola. Le stesse che - tra cartelli fantasma, guide inesistenti, strutture sempre chiuse per lavori in corso – si estendono a decine di siti sardi.

Ma può darsi che tra breve l’intero sistema-musei venga rilanciato attraverso la programmazione regionale. Dalla giunta guidata da Francesco Pigliaru, e in particolare dall’assessore alla Cultura, Claudia Firino, sono già arrivati segnali precisi in questo senso: strategia organica allargata a ogni istituzione culturale. Progetti che forse consentiranno di superare finalmente il gap accumulato sino a oggi dalla Sardegna. (pgp)

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