La Nuova Sardegna

porto cervo

Caccia al ladro, in tre mesi oltre 40 furti tra i ricchi della Costa Smeralda

di Giampiero Cocco
Caccia al ladro, in tre mesi oltre 40 furti tra i ricchi della Costa Smeralda

Ma la maggior parte frutta solo poche migliaia di euro. La polizia sulle tracce dei ladri che hanno portato via i 200mila euro

21 agosto 2015
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INVIATO A PORTO CERVO. Alì Babà e i quaranta ladroni, che battono palmo a palmo l’intera Costa alla ricerca della mitica grotta del tesoro, si sono dovuti accontentare, sinora, di pochi “spiccioli”. Qualche orologio di pregio, un centinaio di migliaia di euro in contanti, e quindi collane, anelli, braccialetti e una decina di cellulari, tra i quali un datato Vertu Gold Edition da 15 mila dollari con cassa in oro giallo e tastiera in madreperla. Ma non potranno mai accenderlo per evitare che il segnale geolocalizzatore porti gli investigatori direttamente a casa loro. Si suppone che sia già stato fuso.

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Tra la quarantina di furti di un certo rilievo messi in atto dall’avvio della lunga e iper affollata stagione estiva gallurese spicca il colpaccio messo a segno, pochi giorni fa, ai danni di un magnate russo originario di San Piertroburgo, si dice amico di Vladimir Putin. Nella sua abitazione di Pantogia nei giorni scorsi si sono succeduti gli uomini della polizia scientifica e gli investigatori del reparto anticrimine, guidati dal vicequestore di Porto Cervo-Arzachena Fabio Scanu, tutti alla ricerca di elementi utili che possano indicare la provenienza degli scaltri topi di villa che, in poco meno di un quarto d’ora di lavoro, hanno scassinato la cassaforte (una piccola cassa in lamiera) portandosi via orologi di marca, due collane di perle, una di oro bianco e 40 mila euro in contanti, per un valore di 190 mila euro. La preoccupazione maggiore era dovuta al furto dei documenti dell’intero gruppo familiare, passaporti ormai inutilizzabili dopo la denuncia all’ambasciata della Russia di Roma.

L’entità del bottino racimolato nei furti compiuti nei centri residenziali di Porto Rotondo, Porto Cervo, Poltu Cuatu, Baja Sardinia, Cannigione, Palau e Santa Teresa e denunciati a polizia e carabinieri, secondo le prime stime, è bassa. In un caso è stato denunciato anche il furto della tavola a vela che un atleta dilettante aveva lasciato, incustodita, nella veranda della sua abitazione di Marinedda, nelle vicinanze della superprotetta villa dell’ex premier italiano Silvio Berlusconi. Il quale, tra un litigio e l’altro della sua fidanzata Francesca Pascale con l’addetta stampa Alessia Ardesi, ha preferito prendere l’aereo e andarsene a Milano in attesa che le acque, nelle piscine della Certosa, si calmino.

Tra i personaggi che frequentano la Costa e che (contrariamente a quanto si pensi) non amano farsi pubblicità vanno elencati, in questo scorcio d’agosto, tre principi arabi sotto scorta, una mezza dozzina di sottosegretari e ministri in carica e il blindatissimo ex premier libanese Saad Al Hariri, amante dell’isola sin da ragazzino, quando arrivava a Villa Cipka con il defunto padre Rafic.

Saad Hariri ha noleggiato un Perini da 56 metri, lo spettacolare veliero Rosehearty, per trascorrere le sue vacanze. Il magnate e uomo politico saudita-libanese ha lasciato l’isola ieri, per destinazione ignota. Su di lui vegliavano, 24 ore su 24, dodici agenti della polizia di Stato e due funzionari dei servizi segreti. Ogni suo spostamento era segnalato alla centrale operativa di Roma, essendo l’ex premier finito nel mirino della Jihad estremista islamica che gli contesta il suo carismatico ruolo di sunnita moderato che contrasta con ogni mezzo, anche economico, la diffusione del fondamentalismo religioso predicato dal califfo dell’Isis.

Meno preoccupazioni, invece, si pone a girare ogni notte uno dei pretendenti al trono saudita, un giovanissimo principe (43° nella linea di successione degli Al Saud, i regnanti d’Arabia) che ama trascorrere le sue doratissime vacanze in discoteca. Sono pochi a conoscerne la reale identità, e tra questi i cassieri del Billionaire e del Sopravento che “strisciano” le carte di credito che il suo inseparabile guardiaspalle-segretario (un agente dei servizi sauditi) consegna per le spese di fine serata. I cui importi serale fanno impallidire la liquidazione di una vita di duro lavoro di un metalmeccanico. Il giovanotto col turbante fa le ore piccole da venti notti, costringendo poliziotti e vigilantes a turni massacranti.
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