La Nuova Sardegna

Coldiretti: «Sul Refresh si fa scaricabarile»

Coldiretti: «Sul Refresh si fa scaricabarile»

L’assessore regionale dell’Agricoltura Falchi agli agricoltori: «La Regione non ha competenza diretta»

20 agosto 2015
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CAGLIARI. Nuovo attacco della Coldiretti alla Giunta regionale che prende spunto dal quello che definisce «il caso Molinas» - l’allevatore di Calangianus che lamenta gravi ritardi nella liquidazione dei premi - per denunciare «lo scaricabarile» che «non va in ferie ma continua a prendere abbagli promettendo un mondo agricolo perfetto con l’unica incognita della data». Secondo il presidente e il direttore della Coldiretti regionale, Battista Cualbu e Luca Saba, che nei giorni scorsi avevano diffuso una nota su “Refresh e burocrazia pazza”, «cercare un capro espiatorio senza assumersi nessuna responsabilità è il tipico atteggiamento delle guide inadeguate al proprio ruolo». «A un anno e mezzo dall’insediamento eccetto qualche dichiarazione affrettata e spesso ridicola non abbiamo visto ancora nessun risultato tangibile in agricoltura da chi è chiamato a farlo», afferma Cualbu senza peraltro nominare mai l’assessore Elisabetta Falchi: «Le uniche azioni positive e concrete sono arrivate dal Consiglio regionale che dimostra di avere un passo diverso rispetto ad un esecutivo che in alcuni casi si dimostra addirittura di ostacolo», aggiunge. «La politica non è fatta solo di onori ma soprattutto di oneri e responsabilità», prosegue Saba, «e per questo quando si scaricano le colpe sugli altri si ammette di aver abdicato al ruolo e di esercitarlo da spettatore». La risposta dell’assessore non si è fatta attendere. «Nessuno scaricabarile sul caso Refresh, ma solo un pò di chiarezza, l'ennesima per chi continua a far finta di non capire e a dare notizie fuorvianti - ha detto l'assessore dell’agricoltura, Elisabetta Falchi - dobbiamo ribadire ancora una volta che la Regione non ha competenza diretta nella gestione di tali pratiche che sono seguite esclusivamente dall'Organismo pagatore nazionale (Agea) e dai Centri di assistenza agricola (Caa). Inutile accusare sempre la politica, sarebbe necessario che chi di dovere, come qualche associazione di categoria, spiegasse ai propri assistiti perché non ha predisposto, nei tempi dovuti, i ricorsi che avrebbero permesso di riesaminare le pratiche e probabilmente sanare, laddove possibile, le criticità».

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