La Nuova Sardegna

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Julius, il Re dell’afrobeat Dromos chiude a tutto ritmo

di Caterina Cossu
Julius, il Re dell’afrobeat Dromos chiude a tutto ritmo

NURECI. Se c’è una parola da portare a casa con sé, per raggiungere l’Utopia necessaria, quella parola è Afrobeat. È per tutti, è in tutto il mondo. È la musica che fa ballare, che serve per essere...

17 agosto 2015
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NURECI. Se c’è una parola da portare a casa con sé, per raggiungere l’Utopia necessaria, quella parola è Afrobeat. È per tutti, è in tutto il mondo. È la musica che fa ballare, che serve per essere felici, che fa vivere in pace. Ed è il suono che dall’arena Mamma Blues ha chiuso la diciassettesima edizione di Dromos. Il suono d’Africa di Orlando Julius e i tecnicismi dei “turnisti di lusso” Heliocentrics, formazione punk psichedelica della scena inglese capitanata da Malcom Catto, hanno vorticato sul palco per due ore, prima che la pioggia facesse scappare il pubblico. L’Inghilterra e l’Africa che passano dall’America, e arrivano a Nureci. Per dirci che, con la musica, tutto diventa uno. Che con la musica, non c’è bisogno di imparare a parlare un’altra lingua per capirsi. Che le note fluttuano nell’aria e si disperdono, planando sulle nostre coscienze e i nostri cuori. «La musica è amore, pace, felicità. Chiudere questo festival, dove avremmo voluto suonare per giorni è per noi un grande onore» commenta il padre dell’afrobeat durante l’incontro nella Corte Saba, prima del concerto. La sua Utopia necessaria, il tema portante di questa edizione, è non solo politica, ma esperienza di vita. Parte da quell’Africa che ha portato fino all’America, dove durante la metà degli anni ’60 ha mischiato i suoni ancestrali del continente “madre” al jazz, dando i natali a un nuovo genere musicale. «La musica fa incontrare le culture e tutte hanno qualcosa che le accomuna nel profondo. Qui ho sentito subito una connessione speciale, abbiamo un feeling che viene dal profondo. Che è quella stessa cosa che ha unito la mia musica a quella della band di Malcom Catto» ha detto il sassofonista nigeriano, classe 1943.

Gli Heliocentrics sono la backing-band della Strut Records e hanno già una esperienza alle spalle conMalatu Astatkè. Nel 2014 è lo stesso Orlando Julius a invitare la band con base a Londra per una collaborazione mentre lui è, ovviamente, già un’icona.

A Nureci, dove i murales raccontano la Sardegna e dove le radioline trasmettono blues per tutto il centro storico, la notte di Ferragosto è stata ancora, per un altro anno, la celebrazione della musica e della vitalità delle note.

Con i biondi inglesi che cantano in africano: Tom Dennis alla tromba e Michael Underwood al sax baritono, ma anche perfetti coristi; con Jack Yglesias, che ha picchiato le percussioni come un forsennato; con Adrian Owusu alla chitarra e Jamie Lawrence al basso, direttori aristici della psichedelia; e con la regina del palco, ovvero la moglie di Julius, Latoya Ekemode, che come una sacerdotessa ha incantato il pubblico danzando al ritmo dell'Africa.

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